Dalle prossime ore, i seggiolini antiabbandono entreranno ufficialmente nella automobili e nella vita quotidiana di milioni di genitori italiani. Il regolamento di attuazione dell'articolo 172 del nuovo codice della strada, infatti, specifica che l'obbligo riguarderà "l'installazione a bordo dei veicoli di un dispositivo di allarme, la cui funzione è quella di prevenire l'abbandono dei bambini di età inferiore ai quattro anni". Ma in seguito all'entrata in vigore di questa nuova misura, sono state molte le critiche alle modalità d'approvazione.
Come funziona
Il sistema, pensato appositamente per salvare la vita ai più piccoli in caso di dimenticanza dei genitori, è studiato in modo da attivarsi quando il conducente si allontana. Le modalità di utilizzo previste dalla legge sono due: lo si potrà integrare nel seggiolino oppure potrà essere indipendente dal sistema di ritenuta del bambino. Ma ogni genitore dovrà possederlo. La misura si è resa necessaria dopo il succedersi di diversi casi di abbandono e di morte di bimbi molto piccoli, deceduti per il troppo caldo o per soffocamento.
Il fondo economico
Per agevolarne l'acquisto, nel decreto fiscale sono previsti l'istituzione di un fondo e il riconoscimento di un contributo economico di 30 euro per ciascun dispositivo comprato dalle famiglie. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha fatto sapere che "nei prossimi giorni verrà approvato il decreto che disciplina le modalità per l'erogazione del contributo". Dopo l'approvazione in Parlamento lo scorso 7 ottobre, il ministro Paola De Micheli aveva firmato il decreto attuativo.
Meloni: "Nessuna campagna informativa"
Tra le voci critiche, spicca quella della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni che, commentando il nuovo regolamento sui dispositivi salvabebè e le relative sanzioni, ha dichiarato: "Peccato che finora non ci sia stata alcuna campagna informativa. Il decreto fiscale ha previsto finalmente un contributo per l'acquisto ma non si sa come accedervi, le aziende produttrici in buona parte non sono pronte con il quantitativo necessario, i negozi che ne hanno non li vendono perché non hanno certezze sulla loro conformità". Meloni ha poi sottolineato come questo sia "l'ennesimo pasticcio" e, da prima firmataria della legge si è detta "esterrefatta di come dopo un anno perso si possa ancora creare una tale confusione, con il rischio che i cittadini finiscano per percepirla come l'ennesima complicazione e non come un grande passo di civiltà". FdI ha depositato un'interrogazione urgente per chiedere formalmente all'esecutivo di intervenire entro oggi per rinviare l'entrata in vigore delle sanzioni, di chiarire immediatamente le procedure per ottenere il contributo all'acquisto e di varare una "grande campagna di informazione".
Anche la Lega insoddisfatta
"È vergognoso che questo governo di incapaci sia riuscito a creare l'ennesimo caos anche su un tema delicato come quello dei dispositivi antiabbandono per i bambini in auto", hanno dichiarato in una nota congiunta Elena Murelli (prima firmataria del provvedimento), Alessandro Morelli, Elena Maccanti, Massimiliano Capitanio, Fabrizio Cecchetti, Giuseppe Donina, Antonietta Giacometti, Edoardo Rixi, Giovanni Tombolato e Adolfo Zordan della Lega. Gli esponenti hanno sottolineato come la loro legge prevedesse 120 giorni di tempo per l'entrata in vigore dell'obbligo e delle sanzioni e aggiungono: "Peccato che Danilo Toninelli e De Micheli abbiano perso tempo e ora obblighino le famiglie ad adeguarsi in 24 ore, correndo il rischio di sanzioni e nella più totale disinformazione rispetto alle agevolazioni fiscali".
L'Aci: "Legge giusta, ma affrettato renderla operativa subito"
Sul caso è intervenuto anche Geronimo La Russa, presidente di Automobile Club Milano, che ha detto: "La legge è giusta: è affrettata la decisione di renderla operativa nella stagione invernale, quando il pericolo dell'aumento della temperatura in un lasso di tempo molto breve per i minori lasciati in auto è ovviamente più basso rispetto all'estate". Anche Aci sottolinea la scarsa conoscenza dei criteri inseriti nella legge finanziaria 2020 per accedere all'acquisto dei seggiolini omologati e insiste sul fatto che, in tempi brevi, disponibili alla vendita ci saranno meno dispostivi della richiesta effettiva. "Il provvedimento riguarderà 1,8 milioni di bimbi residenti in Italia: sul mercato, da qui a Natale, ce ne saranno solo 250mila", ha spiegato La Russa. Che ha concluso: "Con un briciolo di buon senso in più sarebbe stato meglio fare scattare l'obbligo nella data preventivata a suo tempo, il 6 marzo 2020, per dare modo a tutti (produttori, venditori e utenti) di attrezzarsi in maniera adeguata".
L'emendamento M5S
Il Movimento 5 Stelle, intanto, ha fatto sapere che depositerà un emendamento al decreto fiscale per fare in modo
che i genitori possano adeguarsi alla normativa e per evitare che incorrano in sanzioni senza aver avuto il tempo di adeguardi alla nuova normativa. A dichiararlo in una nota congiunta sono stati i deputati pentastellati
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