Avvocato Daniela Missaglia, il tribunale di Milano ha annullato la trascrizione dell'atto di nascita del figlio di due padri nato all'estero da madre surrogata perché «offende in modo intollerabile» la dignità della donna. Che ne pensa?
«È una motivazione che condivido pienamente. La maternità surrogata è il risultato dello sfruttamento delle donne, è una mercificazione del corpo femminile che va disincentivata in modo fermo. È vietato dalla legge ed è per questo motivo che non si deve effettuare la trascrizione».
E chi se ne infischia delle regole?
«Se una cosa è vietata ed è un reato, chi trasgredisce se ne assume la responsabilità. Purtroppo in questo campo non ci sono più limiti ma solo rivendicazione di diritti. Alla faccia del benessere dei bambini».
Cosa succede al minore di questa coppia che non ha più un genitore?
«Qui sta il problema. Fermo restando che la maternità surrogata dev'essere disincentivata perché vietata dalla legge, bisogna comunque trovare una soluzione univoca per tutelare i bambini frutto di questa pratica».
Si può ricorrere, come ricorda anche il tribunale, all'adozione particolare, prevista dalla legge 184.
«Certo, solo in questo modo il giudice ha la possibilità di verificare, entrando nel merito della vicenda specifica, che sussistano i presupposti per procedere all'adozione del bambino da parte del genitore intenzionale (che brutto termine)».
Invece in molti comuni si accetta la trascrizione senza alcuna verifica della situazione reale della coppia.
«Non può esistere un diritto nato da una mera trascrizione senza il vaglio di un tribunale. Stabilire di default e in modo generalizzato l'idoneità di ogni genitore intenzionale a essere padre o madre di un bambino che non ha alcun legame con lui, solo perché partner del genitore biologico, è solo un'iniziativa dei sindaci e dei comuni che opera al di fuori della legge e persino nell'interesse dei minori stessi».
L'adozione, se approvata, che effetti legali produce?
«Il minore ha diritto all'eredità ma anche al mantenimento nel caso in cui la coppia si separi. La situazione diventa esplosiva perché il genitore riconosciuto può estromettere dall'oggi al domani l'ex dalla vita del bambino. E in questo caso l'ex, da un lato rimane senza doveri di mantenimento, ma dall'altro viene privato di qualsiasi diritto di frequentazione, di educazione e di relazione affettiva. C'è un delicato tema tecnico e giuridico da risolvere».
Si è mai occupata di casi del genere?
«Certo. Ho seguito un caso di due uomini con un figlio avuto da madre surrogata che si sono separati. Il padre naturale si è portato via il bambino all'estero che alla fine ha perso i contatti con l'altro papà. Non c'è stato nulla da fare. E questo dimostra che in questa zona grigia i bambini non sono assolutamente tutelati».
Dunque manca una legge...
«Sì, anche perché i giudici non la pensano tutti allo stesso modo. La sentenza di Milano, per esempio, è anche frutto del pensiero del giudice: trasmette motivazioni di carattere etico, morale. Perfetto che si condanni la maternità surrogata, ma non si può lasciare questo tema etico importantissimo al potere giudiziario e a opinioni di carattere personale».
Si naviga a vista insomma?
«Se un bambino nasce in un comune che trascrive l'atto di nascita alla coppia gay e nessuno impugna, non ci sono
problemi. Se invece si capita in un comune dov'è cambiato l'orientamento, cominciano i guai. C'è grande confusione. Serve una linea di comportamento univoco. E solo una legge può garantirla. Altrimenti sarà il far west».
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