La fiducia ha a che fare con la fede, qualcosa che sai che c'è anche se non puoi vederla o toccarla. C'è e basta. E tu lo sai. E la fiducia è fondamentale nell'economia, come hanno spiegato Lorenzo Fiorillo (Director Technology, R&D & Digital di Eni), Roberto De Agostini (Head of Media&Public Relations, Banca Mediolanum) e Gregorio Moretti (Direttore comunicazione e marketing e De&I di Autostrade per l'Italia) durante l'evento de Il Giornale moderato del vicedirettore Osvaldo De Paolini. «La fiducia era fondamentale per Ennio Doris», ha esordito De Agostini. «Per le banche questa parola è importante ma per Mediolanum e il suo fondatore lo è stata ancora di più». Come in relazione al caso Lehman Brothers, che nel 2008 va in default. «Si tratta di un fatto mai accaduto prima - racconta De Agostini - Avevamo alcuni prodotti legati a loro e i risparmi di undicimila sottoscrittori sono evaporati. Avremmo potuto fare come gli altri, cioè nulla. La responsabilità era dei vertici di Lehman che avevano ingannato tutti. Doris invece trovò il modo per rimborsare tutti i nostri clienti mettendo mano al suo portafoglio insieme a Fininvest. Fu qualcosa di inedito che, paradossalmente, ci ha permesso di crescere ancora più velocemente. Doris si è messo in gioco in prima persona non per vanità ma per dimostrare ai risparmiatori che potevano fidarsi dei suoi consigli». Fiducia, quindi. Un valore fondamentale anche per Eni, come spiega Fiorillo: «Si conquista negli anni con decisioni significative e, soprattutto, coerenza. Nel caso della nostra azienda il percorso principale è dato dai target che ci fissiamo anche nell'ambito della decarbonizzazione. Non solo: in Eni, l'intelligenza artificiale viene usata come strumento da prima che diventasse nota al grande pubblico e rappresenta un metodo per essere più efficienti non solo da un punto di vista economico, ma anche per ridurre le emissioni di un impianto e proteggere la salute dei lavoratori». Perché la fiducia la mantieni solo se stai al passo della realtà, come sottolinea Moretti: «Aspi è sempre stata certa che l'infrastruttura che gestiamo deve essere sviluppata al meglio, in un piano di trasformazione che deve trasmettere il nostro impegno per il Paese. Perché è da qui, dalle nostre autostrade, che si vive. Manutenzione, innovazione tecnologica e lavoro sono al centro del nostro piano di trasformazione che ha permesso un cambiamento totale nella nostra società. Il rebranding è stato necessario per testimoniare un cambiamento che non fosse una ripulitura.
In quest'anno, approfittando del centenario della prima autostrada italiana (la Milano-Lainate) e i sessant'anni della A1, abbiamo lavorato molto nel trasmettere l'idea che siamo eredi di un passato importante». Un passato che ci dà fiducia nel futuro.
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