Il Serenissimo orgoglio

Il Serenissimo orgoglio

Grande orgoglio, grande attaccamento a una celebre storia e a un'illustre tradizione: questa è la vera sentenza uscita dalle urne del referendum veneto. Una valanga di voti che non si aspettava soltanto chi non conosce la fierezza del popolo veneto.

Il referendum è stato una vera e propria chiamata alle armi: le armi della democrazia per far valere un sentimento e una passione, quelli di essere un popolo che ama la sua autonomia, che possiede la piena consapevolezza di potersi amministrare bene e con giustizia.

Troppe volte la politica dimentica la storia della gente che pretende di rappresentare, e questa gente, quando non si sente rappresentata, vuol far valere la propria storia. Il Veneto ha vissuto lunghi secoli di governo della Serenissima Repubblica di Venezia, un governo saggio a cui hanno guardato tanti europei, italiani innanzitutto, che non potevano vivere liberi e fieri nelle loro terre. Può far sorridere l'idea che il Veneto di allora possa ritrovare segni della propria identità in quello di oggi: ma è il sorriso dello stolto, di chi non conosce la storia e pensa che essa sia soltanto quella che si studia nei libri di scuola.

L'illuminato governo della Repubblica Serenissima lascia i segni nei suoi figli di oggi, che, come quelli d'allora, sono concreti, pratici, senza fronzoli retorici. I veneti sono stati chiamati ieri a votare un referendum per ricordare chi sono: gente che sa lavorare, che negli anni Ottanta aveva costruito un piccolo miracolo economico e che l'insipienza del governo centrale aveva distrutto. Oggi i veneti si stanno rimettendo in piedi e sanno che devono farcela da soli: ecco il loro desiderio di autonomia, senza vaneggiamenti scissionistici dalla madre Patria, ma certamente ostile verso coloro che mettono i bastoni tra le ruote in nome di una fasulla unità nazionale costruita sulle prebende, sugli sprechi, sulla disonestà politica.

Un referendum semplice che si va a votare perché è chiaro il quesito nella sua essenziale sostanza che delega alla trattativa con il governo di Roma affinché venga rispettata una popolazione che ha una celebre storia da non poter calpestare.

E il grande successo di voti è un insegnamento per coloro che credono che la politica non interessi alla gente, la quale, per questo disinteresse, non andrebbe più a votare. Il Veneto dà una bella lezione: quando sono in gioco la dignità e l'interesse delle persone, queste usano lo strumento democratico del voto per farsi sentire. Con determinazione e con orgoglio.

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