Washington Il più classico dei cold case. Un'etichetta giornalistica, «Gilgo Four», perfino un film prodotto da Netflix, Lost Girls. Ci sono voluti tredici anni per venire a capo (almeno in parte) della striscia di omicidi che aveva reso un pezzo di spiaggia di Long Island una sorta di tragica Spoon River di undici vite sfortunate. Il potenziale colpevole, il classico insospettabile che sembra uscito da un manuale di criminologia, ha ora un nome e un volto, quello del 59enne architetto newyorchese Rex Heuermann. Studio a Manhattan, casa nei sobborghi, a Massapequa Park, non lontano dalla scena del crimine. Moglie, figli. Insomma, il classico pendolare di successo, se non fosse per quell'aria un po creepy, inquietante, di cui ora raccontano i suoi vicini.
L'indagine che ha portato all'arresto di Heuermann, accusato di tre degli omicidi delle «quattro di Gilgo» - ma presto, ha detto la polizia, potrebbe arrivare anche la quarta accusa - prende il via nel 2010. È quando la polizia di New York a dicembre si imbatte nei resti di una donna in un tratto isolato della Gilgo Beach, sul lato sud di Long Island, nell'ambito delle ricerche per un'altra donna scomparsa a maggio, la 23enne Shannan Gilbert. I resti risultano appartenere alla 24enne Melissa Barthelemy. Due giorni dopo, vengono scoperti i resti di altre tre donne: Maureen Brainard-Barnes, Amber Costello e Megan Waterman. Tutte nel raggio di 800 metri dal primo ritrovamento.
Tutti e quattro i cadaveri erano avvolti in un telo mimetico, di quelli usati dai cacciatori. Tutte e quattro lavoravano come escort, con annunci online, ed erano scomparse in un arco di tempo che andava dal 2007 al 2010.
La polizia si rende conto di avere a che fare con un potenziale serial killer. La vicenda si fa ancora più drammatica nel corso del 2011, quando in un'area che si espande fino a svariati chilometri dai primi ritrovamenti, vengono scoperti i resti di altri corpi. In tutto sette, compresi quelli di un uomo di etnia asiatica, di una neonata e di sua madre. Sempre nel 2011, a dicembre, la polizia ritrova i resti di Shannan Gilbert, la donna per la quale erano inizialmente state avviate le ricerche. Secondo gli investigatori, la sua morte potrebbe essere stata accidentale.
L'indagine rimane a un punto morto per anni, fino a quando le autorità non creano una task force per fare definitivamente luce sui delitti di Gilgo Beach. Il nome di Heuermann come quello del potenziale serial killer viene fatto per la prima volta lo scorso marzo, quando uno degli investigatori, incrociando una serie di dati, lo identifica come sospettato. Il resto, è cronaca degli ultimi giorni. L'arresto, la perquisizione della sua abitazione, l'udienza davanti al giudice, nella quale Heuermann, attraverso il suo avvocato, si è dichiarato non colpevole. Per arrivare a lui, le autorità hanno seguito per oltre un anno i suoi movimenti e quelli della sua famiglia. Una serie di analogie (l'uso di telefoni usa e getta per contattare le vittime), la parziale identificazione da parte di un testimone, l'auto sulla quale era stato visto (un pick-up verde intestato al fratello), le ossessive ricerche fatte online da Heuermann sui delitti di Gilgo Beach, hanno ristretto il cerchio, portando il campo dei sospettati a un unico nome. Ma la pistola fumante è stato l'esame dei campioni di Dna prelevato dalla spazzatura dell'uomo.
In particolare è stato decisivo il campione di materiale genetico dna prelevato da una fetta di pizza che corrispondeva a quello trovato sui resti di Melissa, Megan e Amber. Presto, ha detto la polizia, per l'architetto potrebbe arrivare anche la quarta accusa di omicidio, quella per l'uccisione di Maureen Brainard-Barnes.
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