"Serve un nuovo patto sulla contrattazione e sulla politica fiscale"

Assemblea Confcommercio, Sangalli chiude al salario minimo e a nuove tasse sulla casa

"Serve un nuovo patto sulla contrattazione e sulla politica fiscale"

Un intervento politico a tutto campo ma che non interferisce con l'autonomia della politica. Semmai indica un percorso possibile. È questa la sintesi dell'intervento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, all'assemblea della confederazione che si è svolta ieri a Roma. Ed è questo il motivo per cui, alla fine, la platea gli ha rivolto un lunghissimo applauso riconoscendosi nella sua leadership.

«Un patto per rafforzare la partecipazione al mercato del lavoro, anche con una buona flessibilità governata e contrattata», ha sottolineato Sangalli evidenziando la necessità di «un patto per costruire robuste politiche attive fondate sulla cura delle competenze, sulla formazione, come condizione strutturale di buona occupazione, che è poi il fondamento di una maggiore sicurezza sociale». Questa è la risposta di Confcommercio al dibattito sul salario minimo, «una risposta che si basa sulla valorizzazione erga omnes dei trattamenti economici e del welfare contrattuale previsti dai contratti collettivi». Una vision che collima con quanto successivamente affermato dal ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti. «Attenzione a pensare che con una legge si possano risolvere automaticamente i problemi. Credo che l'Italia abbia una storia nell'esperienza della contrattazione», ha detto. A riguardo il ministro della Pa, Renato Brunetta, ha commentato: «Non abbiamo bisogno di ulteriori derive stataliste e di rigidità». Un'impostazione condivisa anche dal segretario della Cisl, Luigi Sbarra. «È molto importante - ha rimarcato - che Sangalli abbia riproposto oggi la strada indicata dalla Cisl di un patto sociale per affrontare insieme questa fase difficile e complessa».

Non meno significative le parole di Sangalli a proposito dei temi su cui la politica si è incartata: il ddl Concorrenza e la delega fiscale. «Siamo da sempre a favore della concorrenza, anche se talvolta è dolorosa, spesso implacabile. Sulle concessioni demaniali, il tema è trovare l'equilibrio tra un'apertura del mercato e la tutela dei diritti degli attuali concessionari. Bisogna recuperare tutti i margini di intervento possibili per valorizzare il lavoro di tante famiglie, tanti imprenditori, che chiedono soltanto giuste regole e un giusto indennizzo», ha spiegato. Infine reddito di cittadinanza e catasto. «Non neghiamo certo l'utilità» del reddito di cittadinanza «per le fasce di popolazione più deboli ma vanno rafforzati i controlli e va accelerato il decollo delle politiche attive per il lavoro», ha concluso Sangalli sottolineando che se il «contrasto dell'abusivismo edilizio è un principio che vede tutti d'accordo, non sarebbero accettabili, invece, maggiori tasse sulla casa». Una precisazione che gli è valsa anche il plauso del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa.

La vera preoccupazione di Confcommercio, infatti, è la congiuntura macroeconomica. «Quello che non ha fatto la pandemia ai servizi e al commercio, rischiano di farlo gli insopportabili costi energetici», ha dichiarato riferendosi alla necessità di un tetto al prezzo del gas.

Anche i bonus, pertanto, banno razionalizzati perché «non ha senso lasciare alle prossime generazioni un insostenibile debito pubblico». Confcommercio, infine, ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita del Pil al +2,5% per il 2022 dalla precedente mentre per l'inflazione si stima una crescita del 6,3%.

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