"La settimana di 4 giorni funziona bene. Proviamola"

Torna l'ipotesi della settimana lavorativa corta, con il venerdì libero

"La settimana di 4 giorni funziona bene. Proviamola"

Torna l'ipotesi della settimana lavorativa corta, con il venerdì libero. «La notizia della sperimentazione della settimana corta nel Regno Unito, in 61 aziende con interessanti risultati sia per le imprese che per i lavoratori, deve aprire anche in Italia un confronto tra parti sociali nella stessa direzione. È tempo di regolare il lavoro soprattutto nel settore manifatturiero in modo più sostenibile, libero e produttivo». Lo dichiara in una nota Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl. «È possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale ma ricercando nuovi equilibri e migliori risultati. La Fim Cisl già lo scorso anno ha proposto di negoziare, soprattutto a livello aziendale, una forma di lavoro fatta di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d'orario che possa essere dedicata anche alla formazione o ai carichi di cura» spiega Benaglia. «Non si tratta di ridurre gli orari in modo generico, come nel secolo scorso, ma di rendere il lavoro maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni delle persone. Significa rendere i posti di lavoro più attrattivi». «Il sindacato - conclude - deve tornare a elaborare sfide vincenti e innovative in tema di organizzazione del lavoro per contrattare e creare un lavoro produttivo ma maggiormente sostenibile».

Lo spunto per riaprire il dibattito arriva da uno studio condotto da un team di scienziati dell'Università di Cambridge su 2.900 dipendenti e 61 organizzazioni nel Regno Unito, che si sono impegnate a ridurre del 20% l'orario di lavoro per tutto il personale per sei mesi, senza alcun calo dei salari. Dai risultati è emerso come circa il 71% dei dipendenti abbia dichiarato livelli inferiori di «burnout» e il 39% ha detto di essere meno stressato rispetto all'inizio del processo.

Questo si è tradotto in una riduzione del 65% dei giorni di malattia e in un calo del 57% del numero di dipendenti che lasciano le aziende partecipanti, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I ricavi delle aziende sono cambiati poco durante il periodo di prova, aumentando anche marginalmente dell'1,4% in media per le 23 organizzazioni che hanno fornito dei dati.

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