La sfida di Prandini. "Siamo i più bravi, ora dimostriamolo anche in Europa"

"La stagione del perbenismo è finita"

La sfida di Prandini. "Siamo i più bravi, ora dimostriamolo anche in Europa"
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«La stagione del perbenismo è finita. Bisogna lottare contro il Nutri-Score, la produzione di cibi in laboratorio, chi vorrebbe ricoprire il territorio di pannelli solari, chi vuole uccidere il Made in Italy e sfrutta i nostri marchi e chi vuole svilire la dieta mediterranea. Siamo i più bravi. È ora di dimostrarlo». Piaccia o no, Ettore Prandini ha una dote indiscussa: dice quello che pensa, in maniera chiara. Senza filtri e senza sconti. Il presidente di Coldiretti, all'evento sul Made in Italy de Il Giornale per i suoi 50 anni, è un fiume in piena, contro quegli scogli strutturali, o messi di proposito, che bloccano il sistema Italia le cui basi poggiano anche su quel mondo di prodotti, servizi, industria e storia di cui Coldiretti è motore da ottant'anni.

«Eppure quando parlavamo di difesa dell'agroalimentare italiano venivamo tacciati come quelli che non avevano visione globale... L'unica possibilità per l'Italia di poter sopravvivere è distinguersi. Siamo un Paese unico e straordinario a cui uniamo grande intelligenza imprenditoriale. Un patrimonio che non possiamo svendere a nessuno e per nessun motivo e che dobbiamo lasciare alle nuove generazioni». Le sfide sono tante e complesse. Dalla lotta all'italian sounding («serve trasparenza, il cittadino non va ingannato») alla battaglia contro la carne sintetica. «Io non la chiamo carne ma cibo fatto in laboratorio - attacca Prandini - Abbiamo fatto la cosa più innovativa e lungimirante: finché non siamo certi che sia sicuro, non si produce. Non si può ricreare in laboratorio il lavoro che viene fatto da milioni di persone». Fino al Nutri-Score: «La nostra biodiversità ci rende un Paese unico nel produrre eccellenze». Per arrivare alla politica, alla viglia del voto per le Europee e con un decreto Agricoltura varato da poco. «Il governo Meloni sta ottenendo risultati importanti sia sull'agricoltura sia su un protagonismo che in Europa mancava», spiega Prandini che sull'immediato futuro lancia un appello-manifesto: «Dobbiamo avere l'orgoglio di essere italiani e di difendere ciò che ci appartiene.

Ma si deve intervenire a livello infrastrutturale per essere competitivi e a livello legislativo perché non ci sia più concorrenza sleale all'interno dell'Unione». E per far risaltare, una volta di più, la nostra straordinaria unicità.

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