Pronti via. Beppe Grillo e Giuseppe Conte salgono sul ring nel giorno in cui inizia l'assemblea costituente del M5s, con la prima fase di raccolta delle proposte online da parte di iscritti e simpatizzanti. Grillo blinda nome, simbolo e regola del doppio mandato. Conte tira dritto e dice che si potrà cambiare tutto. Comincia il garante. La tempistica dell'intervento del fondatore «non è casuale», dicono gli uomini più vicini a Conte.
Era da tempo che nella war room dell'ex premier si aspettavano una nuova fuga in avanti del comico. Che in effetti è arrivata puntuale. «Il simbolo del M5s non è solo un segno grafico, è un richiamo al cambiamento, è l'emblema di un'intera rivoluzione culturale e politica, la bandiera sotto cui milioni di italiani hanno marciato con noi. Un partito politico non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo: è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato», scrive Grillo sul Blog nel primo pomeriggio. «Il nostro nome non è solo una sequenza di suoni o lettere: rappresenta la nostra piena identità. Cambiare un nome è come rinunciare a un pezzo di quella magia, a un ponte invisibile che collega chi siamo a chi vogliamo diventare», continua. «Limitare i mandati significa restituire al popolo la sovranità che gli spetta, è un presidio di democrazia, impedisce che pochi individui si arroghino il diritto di governare in eterno, la regola del secondo mandato è un principio che ci distingue, che ci ha resi unici, che ci rende liberi dal potere e dalle sue tentazioni», insiste sui due mandati. «Questi tre nostri pilastri non sono in nessun modo negoziabili», avverte Grillo.
L'intemerata del fondatore non è stata a sorpresa, ma le sue parole scuotono lo stato maggiore del M5s. La notizia di una replica di Conte è già certa pochi minuti dopo la strigliata del garante, seppur tenuta riservata dall'entourage del leader. Infatti l'ex premier risponde tra il pomeriggio e la serata, con un video in cui presenta l'assemblea costituente. «Potremo discutere di tutto, potremo rifondarci integralmente: anche il simbolo, la denominazione, le regole organizzative, quelle consolidate, potranno essere discusse», spiega. «Non possiamo ammettere che quando a pronunciarsi sia la comunità degli iscritti, si debba decidere da parte di alcuni arbitrariamente e preventivamente di cosa si può discutere, su cosa si può deliberare», azzanna Conte senza nominare mai Grillo. L'ex premier dice di volersi «mettere da parte» per far decidere all'assemblea.
La maggioranza dei gruppi parlamentari vive male il blitz del comico. Diversi esponenti vicini a Conte fanno subito questo ragionamento: «Il simbolo lo abbiamo già modificato inserendo la scritta 2050 e anche la regola dei due mandati con il mandato zero per i consiglieri comunali. La differenza è che allora Grillo era d'accordo. Quindi i principi sono negoziabili solo quando decide lui?». Il leader lo ripete nel video: «In passato il simbolo è stato cambiato più volte. È stata cambiata anche la regola del doppio mandato. Ricordate la regola del mandato zero? Bene, non possiamo ammettere che quando queste decisioni sono prese da 2, 3, 4, 5 persone va tutto bene e quando invece è la comunità degli iscritti questo non va bene».
Il timore, però, tra i contiani, è che Grillo possa rallentare l'assemblea con una battaglia legale, impugnando il nuovo statuto modificato. Tanto che Conte sta già preparando le contromosse con il pool legale del M5s.
Intanto Danilo Toninelli si mette in scia al comico: «Parole sante di Beppe Grillo!». «Quando ci si rinchiude nel dogmatismo vuol dire che non si ha più niente da dire», se la prende con Grillo la senatrice Alessandra Maiorino.
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