Sharon, ispezione-lampo in casa

I carabinieri con Ruocco nell'abitazione per 15 minuti: "Sapevano già cosa prendere"

Sharon, ispezione-lampo in casa
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In un rovente e distopico agosto, nella Bergamasca prosegue la caccia al killer di Sharon Verzeni - l'ex estetista 33enne uccisa a coltellate tra il 29 e il 30 agosto a un chilometro da casa. Ieri è stata la giornata del sopralluogo dei carabinieri nella casa che la ragazza ha lasciato per l'ultima volta quella notte, mentre il compagno dormiva nel letto. Un'ispezione durata meno di un quarto d'ora, alla presenza dello stesso 37enne che ha accompagnato i carabinieri all'interno dell'abitazione sequestrata ormai da oltre tre settimane (Ruocco dalla notte del delitto vive a casa dei genitori di Sharon, con i quali ha ottimi rapporti).

«Le motivazioni dell'accesso sono coperte da doveroso riserbo investigativo», spiegano i carabinieri in una nota sottolineando che Ruocco era presente come «proprietario dell'immobile». Lui, all'uscita, si è limitato a dire: «Non hanno preso i pc di Sharon, sapevano già cosa prendere». Probabilmente sono anche state verificate sul posto alcune informazioni raccolte durante gli interrogatori dello stesso Ruocco e degli altri familiari nei giorni scorsi. Oltre all'idraulico bergamasco, nelle ultime ore sono stati sentiti anche papà Bruno, mamma Maria Rosa, i fratelli e gli zii della ragazza. I militari precisano inoltre che Ruocco non è stato di nuovo interrogato e che la sua posizione non è cambiata: non è indagato. Chi invece è indagato, ma per falsa testimonianza, è Antonio Laveneziana, il 76enne che nei secondi dell'aggressione letale a Sharon era affacciato al balcone di casa. È stato immortalato dalle telecamere di via Castegnate a fumare sul terrazzino, ma inizialmente ha detto agli inquirenti che stava dormendo.

È difficile che l'uomo abbia potuto vedere il o la killer sferrare quei quattro fendenti con un grosso coltello da cucina, ma si sospetta che abbia assistito alla fuga della misteriosa persona in bicicletta che pedala in contromano allontanandosi dal luogo del delitto e in un orario compatibile con quello dell'agguato. Per questo Laveneziana risulta indagato dal 14 agosto ed è assistito dal legale d'ufficio Alessandro Zonca, che per ora non ha avuto modo di vedere gli atti e di parlare con il 76enne. Ma si continua a indagare anche sul motivo della passeggiata di Sharon, che assume contorni sempre più misteriosi. «Se avessi saputo che voleva uscire a quell'ora, non l'avrei lasciata», ha dichiarato Ruocco sull'orario di uscita di Sharon la sera del delitto.

E anche i genitori hanno smentito la sistematicità di quelle camminate, quantomeno in quell'orario: «Sharon non usciva mai così tardi», hanno detto agli investigatori. È vero che tutti riferiscono della volontà della ragazza di fare jogging per dimagrire, ma nell'ultima settimana era sempre rimasta in casa.

Tranne quel giorno. E poi non seguiva sempre lo stesso tragitto: di solito ne faceva uno più breve nei giorni lavorativi e uno più lungo nel weekend. Quel lunedì ha scelto il secondo, uscendo a mezzanotte - apparentemente senza motivo.

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