Shevchenko si schiera con l'Ucraina. "Amiamo la libertà, vinceremo"

Il post dell'ex campione del Milan e ct della nazionale

Shevchenko si schiera con l'Ucraina. "Amiamo la libertà, vinceremo"

Andriy Shevchenko (nella foto) torna, moralmente, in campo. A sostegno dell'Ucraina, la sua patria. «Oggi è un momento difficile per tutti noi. Ma dobbiamo unirci. Insieme vinceremo! Gloria all'Ucraina!». L'ex campione milanista si schiera apertamente a favore della causa ucraina in questo momento complicato per la sua nazione su cui incombe il rischio di un'imminente invasione russa. Da qui l'idea di Shevchenko di postare sui social un messaggio di orgogliosa appartenenza e di solidarietà verso i suoi compatrioti.

L'ex attaccante rossonero, reduce dalla breve (e sfortunata) esperienza sulla panchina del Genoa, ha postato su Twitter un'immagine dei confini dell'Ucraina con la bandiera nazionale. «L'Ucraina è la mia patria. Sono sempre stato orgoglioso della mia gente e del mio paese - si legge nel posto - Abbiamo attraversato molti momenti difficili e negli ultimi 30 anni ci siamo formati come nazione. Una nazione di cittadini sinceri, laboriosi e amanti della libertà. Questa è la nostra risorsa più importante».

Ma in queste ore sono tanti gli attestati di affetto nei riguardi del popolo ucraino. Sostegni che vengono dai settori più diversi. A cominciare da quello della chiesa. Significative, a tal proposito, le parole di Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco cattolica di Ucraina, che ha inviato una lettera aperta ai «figli e alle figlie del popolo ucraino in Ucraina e negli insediamenti, e a tutte le persone di buona volontà»: «Oggi - scrive Shevchuk - consideriamo la difesa della nostra terra natale, della nostra memoria e della nostra speranza, del nostro diritto di esistere concesso da Dio come una responsabilità personale e un sacro dovere dei cittadini ucraini. Difendere la nostra Patria è un nostro diritto naturale e dovere civico».

Secondo l'arcivescovo maggiore di Kiev, «il riconoscimento dell'indipendenza e della sovranita delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk da parte russa rappresenta una seria sfida e una minaccia all'intera comunità internazionale e al diritto internazionale, grazie al quale le Nazioni e i loro Stati oggi coesistono e interagiscono tra di loro. È stata gravemente danneggiata la logica stessa delle relazioni tra gli Stati, relazioni chiamate a garantire la pace e una società giusta, lo stato di diritto, la responsabilità del governo, la protezione dell'essere umano, la sua vita e i suoi diritti naturali».

«Oggi - continua Shevchuk - tutta l'umanità rischia che il diritto del più forte venga imposto su tutti, ignorando la forza della legge. Con la sua decisione, Putin si è ritirato dal processo di pace che doveva garantire il ripristino delle condizioni di vita dignitose nei territori occupati dell'Ucraina che hanno subito l'aggressione armata russa».

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