«Quest'anno ci riprendiamo la Camera, ci riprendiamo il Senato e ci riprendiamo l'America. E, nel 2024, ci riprendiamo la Casa Bianca». Non è ancora l'annuncio ufficiale - secondo indiscrezioni il 14 novembre - ma è un passo più in là del messaggio lanciato in Iowa nei giorni scorsi: «Tenetevi pronti, molto molto probabilmente ci riprovo». Donald Trump è atterrato sabato in Pennsylvania più per lanciare sé stesso verso una nuova candidatura alla presidenza, che per sostenere i «suoi» candidati, Mehmet Oz per il seggio-chiave del Senato e Doug Mastriano per la carica di governatore.
«Ve lo prometto, tra pochissimo sarete felici», ha detto il tycoon alla folla di sostenitori chiamati a raccolta sulla pista dell'aeroporto di Latrobe. Alle sue spalle, il Trump Force One, il Boeing 757 personale, tornato in servizio per il midterm. Poco prima, a Filadelfia, Joe Biden e Barack Obama, rispolverando il «ticket delle meraviglie», erano intervenuti a sostegno dei candidati dem, soprattutto l'aspirante senatore John Fetterman, alla cui speranza di vittoria si aggrappano per tenere il controllo del Senato.
Il Trump 2.0 non è molto diverso da quello che abbiamo conosciuto nei 4 anni alla Casa Bianca e in questi ultimi due. Ecco allora gli attacchi a testa bassa a Biden: «Prendete i 5 peggiori presidenti della storia americana e insieme non farebbero i danni fatti da Joe Biden in 2 anni». La solita narrativa delle elezioni del 2020 «truccate e rubate», i tradizionali attacchi alla «tirannia della sinistra» che ha portato l'America al «declino» e la promessa di «mettere fine una volta per tutte alla carriera di quella pazza di Nancy Pelosi». Ma la bordata più pesante Trump l'ha riservata al collega di partito e governatore della Florida, Ron DeSantis, ribattezzato, con uno dei suoi giochi di parole, «Ron DeSanctimonious». Vale a dire, Ron l'ipocrita, bigotto, moralista. Nulla è lasciato al caso. DeSantis è in questo momento il candidato repubblicano più papabile per sbarrargli la strada per la nomination 2024.
Bollarlo come «ipocrita», dopo che DeSantis si è spostato molto a destra su aborto e immigrazione per agganciare i trumpiani, è a un passo dall'insulto più pesante che Trump riserva ai peggiori nemici interni: «Rino» (Republican in Name Only), Repubblicano solo di nome. Ma ci sarà tempo anche per quello.
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