"Si credono eroi". Lo sfogo di Grillo contro i "traditori" del Movimento

Il comico genovese scomoda la letteratura e sul proprio blog pubblica un testo dedicato ai grandi traditori. "Hanno violato il sacro principio di bene". Il messaggio in codice è tutto politico

"Si credono eroi". Lo sfogo di Grillo contro i "traditori" del Movimento

Messaggi in codice facili da decifrare. Allusioni fin troppo chiare per necessitare di una parafrasi. Metafore emblematiche per chi sa intenderle. Dopo le complicatissime giornate romane trascorse a sbrogliare le matasse pentastellate, Beppe Grillo ha scomodato la letteratura per rivolgersi ai suoi sostenitori di ieri e di oggi. E lo ha fatto con un testo all'apparenza criptico pubblicato sul suo blog: un excursus sui più grandi traditori narrati da Dante, Shakespeare e Dickens nelle loro opere. Forse un tentativo di innalzare il livello culturale dell'universo grillino? Macché. Piuttosto, un sermone dal sottotesto politico.

Sul proprio sito, il comico genovese ha rilanciato un intervento a firma di Pasquale Almirante, dal titolo "Fenomenologia del tradimento e del traditore". Nell'articolo, che passa in rassegna alcune figure letterarie, si leggono passaggi piuttosto evocativi. "Questo nostro è forse il tempo in cui tradire non lascia traccia nell'animo del traditore che con ogni probabilità non si sente neanche tale. Talvolta può perfino tendere a sentirsi un eroe, ma agli occhi solo di qualche suo compare Jago, giammai nell'animo di chi ha fatto della lealtà e della schiettezza la sua bandiera e la sua ragione di vita", recita il testo, nel quale vengono citati alcuni personaggi simbolo del tradimento, da quelli collocati da Dante nel IX cerchio dell'Inferno, ai "traditori seriali" come Uriah Heep nel David Copperfield di Dickens.

"In ogni caso i traditori più tradimentosi sono quelli depositati nella Giudecca infernale, coloro che hanno violato il sacro principio di bene dovuto ai benefattori e che sono i più vicini a Lucifero, che è poi il prototipo di colui ha ingannato la persona a cui è stata affidata la massima fiducia", si legge ancora in uno stralcio dell'articolo, riedizione di un testo pubblicato due anni fa sul sito Tecnica della scuola. Ora, passando dalla letteratura alla prosa, in molti si sono domandati a chi o a cosa intendesse riferirsi Grillo con quel predicozzo culturale. Risposta facile, per certi versi scontata.

Impossibile, infatti, non supporre che il garante pentastellato alludesse ad alcune recenti vicissitudini politiche riguardanti, in particolare, lo stesso Movimento. I Cinque Stelle, del resto, sono reduci da una scissione storica a opera di Luigi Di Maio, che in pochi giorni è riuscito a smembrare la creatura grillina e a portare con sé alcuni ex fedelissimi 5S. Pare che Beppe non l'abbia presa benissimo. E ora, mentre il caos pentastellato sembra prendendere il sopravvento, i grattacapi non sono finiti. Il comico sa infatti che altri attivisti potrebbero abbandonare la scialuppa del grillismo per andare verso altri lidi.

Gli scontenti, peratro, ci sarebbero anche tra chi ha intenzione di restare.

Non a caso, nel suo incontro tenuto nei giorni scorsi alla Camera con i parlamentari 5S, lo stesso Grillo avrebbe detto: "Chi ci crede deve crederci fino in fondo, io non abbandono nessuno". Ora, l'avvertimento letterario.

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