"Si può fare musica con un deficit visivo". Santoloci dirige in cuffia la sua orchestra

La Blind International Orchestra è un gruppo musicale composto da non vedenti. Il maestro: "Traduco la gestualità via microfono"

Ray Charles è l'emblema del pianista non vedente di successo, ma è giusto la punta di un iceberg fatto di musicisti eccellenti con deficit visivo. In Italia la mente va al pianista Luciano Lanfranchi, alla sua intensa attività d'interprete e di docente. La carriera di Andrea Bocelli parla da sé.

Pianisti e cantanti. Perché nel nostro Paese non vi sono orchestre che abbiano violinisti, violoncellisti, oboisti o trombettisti con disabilità visiva? È la domanda che si è posto Alfredo Santoloci, docente di sassofono al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma che ha pure diretto per tre anni. Santoloci ha dato una risposta pratica andando oltre gli errori di politiche sociali e culturali. Ha fondato un'orchestra di musicisti con disabilità visiva che stasera (ore 18.30) debutta a Roma nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva, il programma spazia dallo Stabat Mater di Pergolesi ai Carmina Burana di Orff. Si chiama BIO che sta per Blind Internatonal Orchestra, ha sede a Roma, e per un terzo è costituita da musicisti non vedenti fra i 12 e i 65 anni. In Corea l'associazione Human Instruments ha brevettato una bacchetta aptica che il direttore d'orchestra usa come una comune bacchetta con la differenza che i sensori al suo interno rilevano i movimenti del braccio poi trasformati in vibrazioni trasmesse in modalità wireless ai ricevitori al polso o caviglia del musicista.

Santoloci ha messo in campo un metodo tutto suo, «traduco la gestualità con parole sussurrate via microfono, i musicisti le recepiscono con le auricolari», spiega. «Questo vuol dire che prima delle prove d'assieme bisogna lavorare molto singolarmente così da affinare ogni passaggio. Rispetto alle orchestre tradizionali cambiano i tempi, più lunghi; per il resto è come dirigere una comune orchestra». La BIO, International perché include musicisti di diverse nazionalità, è appena nata ma ha già in calendario altri concerti. L'1 dicembre è attesa nella Sala Baldini per un appuntamento in collaborazione con l'Unione Italiana Ciechi e il Sant'Alessio Margherita di Savoia, «con questo concerto vorremmo sensibilizzare le famiglie di ragazzi con deficit visivo affinché comprendano che è possibile far musica insieme. Basterebbe anche solo incontrare chi già è nella BIO per comprendere che possiamo abbattere certe barriere».

Con il concerto del 20 gennaio nel Salone d'Onore del Coni, si fa un ulteriore passo in avanti comunicando che la musica può essere inclusiva proprio come lo sport. «L'idea è nata parlando con il presidente di un'associazione sportiva per ragazzi diversamente abili. Così abbiamo pensato di unire le forze per un comune obiettivo. Anche perché è stato proprio seguendo le Paralimpiadi in Cina che ho visto una band di fiati di ragazzi non vedenti. Mi impressionò subito il grado d'intonazione: le persone che non dispongono dell'apparato visivo sviluppano moltissimo quello uditivo». E lì, la prima scintilla. «Ho incominciato a immaginare quanto sarebbe stato emozionante e gratificante per un musicista non vedente suonare in un'orchestra sinfonica. Per questo motivo, parallelamente alla formazione dell'orchestra, sarebbe fondamentale avviare corsi di vari strumenti con la prospettiva di entrare poi nell'ensemble già costituito».

Le belle idee chiedono investimenti. «Abbiamo avviato una raccolta fondi tramite la piattaforma Gofundme.

Sto poi cercando di coinvolgere il Comune di Roma e l'Unione Europea». Un testimonial come Andrea Bocelli aiuterebbe a divulgare l'iniziativa, conosce BIO? «Abbiamo contattato la sua Fondazione, aspettiamo una risposta. Il suo coinvolgimento sarebbe di grande aiuto per noi».

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