Il segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa indica il «metodo Lagalla» al centrodestra per vincere.
Il presidente Silvio Berlusconi si è appellato ai moderati.
«Bisogna unire tutte le forze moderate che aderiscono ai valori del Ppe. Noi, come Udc, abbiamo dimostrato in questa tornata elettorale di esistere. Siamo la quarta gamba della coalizione di centrodestra. Bisogna essere tempestivi: non possiamo aspettare. Perché c'è uno spazio politico enorme. Non possiamo perdere questo treno. Da parte nostra, dunque, c'è piena disponibilità purché sia garantita la compattezza e l'unità della coalizione».
Voi avete espresso la candidatura del neo-sindaco di Palermo.
«Quando si scelgono persone moderate che come nel caso di Lagalla hanno autorevolezza, vinci. Le persone di questo tipo sono in prevalenza di centro. Sono le stesse che possono conquistare un Comune. Anche un candidato di destra necessita di liste di centro: Biondi vince al centro. La candidatura di Roberto ha convinto tutte le forze della nostra coalizione. È la vittoria dei palermitani che non hanno ceduto alle strumentalizzazioni della sinistra e hanno smascherato questo tentativo goffo di dividere l'opinione pubblica su un tema che ci vede tutti impegnati su un unico fronte: quello della lotta contro la criminalità organizzata di stampo mafioso».
Per vincere serve che il centrodestra sia unito.
«Queste elezioni amministrative sono state essenziali perché hanno fatto capire che con le beghe interne non si va lontano. Solo costruendo una unità autentica si vince. Altrimenti rischiamo di sciupare grandi occasioni. Gli italiani vogliono il centrodestra unito. Le ragioni per cui stiamo insieme sono molto più forti delle polemiche futili che non portano da nessuna parte. Ho sentito di fughe in avanti del tutto inappropriate da parte di alcuni esponenti del centrodestra».
Esiste un «metodo Lagalla»?
«Abbiamo impiegato due mesi di discussioni per candidarlo. Ho lavorato per riunire e ci siamo riusciti. Quel metodo va utilizzato ma da subito, e Tizio eCaio devono ammainare gli obiettivi di parte e cercare le ragioni dell'unità che sono fortissime. Ricordo che nel 2018 ci abbiamo messo due giorni a fare il programma, perché noi condividiamo tutto: famiglia, vita, economia. C'è condivisione su valori, sull'idea di Paese e sulla ripartenza socio-economica. A volte resto, da moderato vero, basito per certi comportamenti».
Calenda sta provando ad occupare uno spazio.
«Siamo in un sistema maggioritario. Calenda non va da nessuna parte. Nel 2008 ci davano quasi al 10% e prendemmo il 5%. Avevamo una rete di 3.000 consiglieri comunali e cento consiglieri regionali. In un sistema bipolare, il voto si polarizza. Calenda avrà pochissimo spazio e deve fare una scelta. Nell'ultimo mese starà a sinistra. Per ora fa bla bla bla ma nelle ultime settimane lo ritroveremo a sinistra, dove si riconosce, magari con qualche posticino in più nel maggioritario.
Ricordiamoci che è stato eletto nelle liste del Pd. Voglio commentare una frase infelice del leader di Azione: Lagalla? Colpa di chi vota chi è stato in galera. Calenda non rispetta i cittadini che sono espressione della democrazia. Questo è lo scandalo».
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