Alla vigilia della pausa estiva la premier Giorgia Meloni si dispone a un momento di riflessione e, complice l'intervista concessa al settimanale «Tempi», ribadisce e sottolinea le ambizioni dell'esecutivo che è stata chiamata a dirigere, senza tralasciare di rimarcare la posizione sua e del suo partito.
Sul futuro del governo e della legislatura la Meloni non ha dubbi: «Siamo determinati ad andare avanti, e portare a termine tutte quelle riforme e quei provvedimenti che reputiamo utili per la nostra nazione».
Giustizia, autonomia differenziata, premierato. Queste le principali riforme con le quali la maggioranza è intenzionata a caratterizzare la legislatura. Nei prossimi tre anni gli italiani devono aspettarsi niente di più, niente di meno di quello che hanno visto finora - spiega la premier -. Cioè, portare avanti, punto per punto, il programma elettorale con cui ci siamo presentati alle elezioni e sul quale gli italiani ci hanno accordato la loro fiducia. Al governo ci sono uomini e donne che hanno dedicato gran parte della propria vita all'impegno politico».
Una solida maggioranza, con numeri parlamentari che offrono granitiche garanzie offre proprio a Meloni e alleati di cullare importanti ambizioni. «Non ci perdoneremmo mai il fatto di non aver avuto il coraggio di fare ciò che era giusto fare, magari per calcoli opportunistici o per paura di perdere consenso. Siamo determinati ad andare avanti - conclude Meloni -, e portare a termine tutte quelle riforme e quei provvedimenti che reputiamo utili per la nostra nazione». A iniziare proprio dalla cosiddetta riforma del premierato che, spiega la leader di Fratelli d'Italia, va considerata come una «potente misura di economica». L'idea è quella di combattere quell'instabilità politiche che troppo a lungo «ha inciso sulle nostre carenze infrastrutturali, sulla nostra capacità di difendere i nostri interessi nazionali e sullo stato di salute della nostra economia». E qui la Meloni sfoggia numeri: «Un dato su tutti: negli ultimi vent'anni, Francia e Germania sono cresciute di più del 20% mentre l'Italia è cresciuta meno del 4%. C'è qualcosa che non funziona nel sistema e che dobbiamo avere il coraggio di correggere».
Sull'autonomia la Meloni ricorda che l'idea è mutuata da quanto fatto dal centrosinistra vent'anni fa con la riforma del Titolo V della Costituzione. «Noi stabiliamo una precondizione che in questi oltre vent'anni nessuno aveva avuto il coraggio di definire - aggiunge -. Parliamo dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep), quei livelli qualitativi e quantitativi minimi di prestazioni da garantire per non avere cittadini di serie A e cittadini di serie B».
E infine ricorda che i conservatori oggi sono i veri rivoluzionari perché «mai come in questo tempo sei rivoluzionario se ti definisci patriota e vuoi difendere
l'interesse nazionale prima di ogni altra cosa, se credi che la vita vada difesa a qualunque costo e se sei convinto che la famiglia sia il nucleo fondamentale della società e che fare un figlio non ti limiti ma ti dia tantissimo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.