"Non ci sono soldi". Alla Regione siciliana continuano a ripeterlo. Perché, se da una parte il governatore Rosario Crocetta è riuscito in extremis a trovare 400mila euro per pagare gli straordinari di dicembre dei custodi e garantire l'apertura dei musei anche nei festivi, dall'altra nel 2014 non ha investito neppure un euro per far funzionare (meglio) i siti e le aree archeologiche che ospitano quei gioielli che tutto il mondo invidia alla Sicilia e all'Italia. Come la Venere di Morgantina che, quando è stata ospitata dal Getty Museum di Malibù è stata ammirata nel giro di poche settimane da 400mila visitatori. Nel piccolo Museo di Aidone, invece, in un anno si e no 30mila visitatori ammirano la bellezza della Venere. Eppure Crocetta & Co., qualche soldino lo spendono per i musei dell'isola. O meglio: per pagare gli stipendi dei dirigenti. Tanto che la la Regione ne ha più del ministero dei Beni culturali: 306 contro 191.
È un paradosso tutto italico quello raccontato da Antonio Fraschilla su Repubblica. Un paradosso che suona come una presa in giro. Perché al museo di Aidone, tanto per fare un esempio, non hanno il becco di un quattrino per stampare brochure e guide ma mantengono ben tre dirigenti che guadagnano dai 60 agli 80mila euro l'anno. Di questi ben due sono agronomi. Che ci faranno degli agronomi alla guida di un museo è un mistero difficile da sciogliere. Eppure la Regione siciliana sembra puntare tutto sugli agronomi. Tanto che un altro è stato nominatro a guidare il parco di Selinunte. Al suo fianco ci sono anche un architteto e un ingegnere. Stesso discorso per il parco archeologico di Agrigento. Qui i dirigenti sono ben otto, ma soltanto uno è archeologo. Anche alla Villa romana del Casale di Piazza Armerina i dirigenti non mancano. Ce ne sono ben due. Tanto per dare un'idea di come funziona nel resto del Paese: Al Polo museale fiorentino, che gestisce pure la Galleria degli Uffizi, e al Polo museale romano, che gestisce dal Colosseo ai Fori imperiali, c'è solo un dirigente.
"Colpa di una legge che in una notte del Duemila - denuncia il responsabile del dipartimento dei Beni culturali Salvatore Giglione - ha promosso mille funzionari a dirigenti". Non importa se questa gente non avesse la qualifica adatta. Portato a casa il lustrino da dirigente, ecco che nel giro di breve la maggior parte si è fatta spostare verso siti e aree archeologiche più vicine a casa. Non essendoci posto per tutti, la Regione sicialiana ha affidato ai dirigenti in più studi e ricerche. Su cosa? I teatri attivi in Sicilia, tanto per fare un esempio. O sulle feste popolari nell'Isola Orientale, per farne un altro.
E mentre i dirigenti portano a casa fino a 80mila euro l'anno, Crocetta non ha i soldi per pagare le bollette. Quella del telefono, per esempio. "Possiamo solo ricevere le telefonate - spiegano al Museo archeologico di Enna - ma questo non è l'unico problema: non abbiamo fondi per pagare il gas e quindi niente riscaldamenti". Anche con la luce non va troppo bene. A Mazara del Vallo mancano i soldi per pagare un elettricista che venga a sistemare una luce bruciata e così il Satiro danzante è illuminato solo per metà. Al Paolo Orsi di Siracusa, invece, non aggiustano da anni le telecamere di sicurezza.
E ancora: da Taormina a Segesta non viene stampata una brochure per pubblicizzare le bellezze della Sicilia. Ma nemmeno vengono indette gare sui servizi aggiuntivi. Quindi, niente caffetterie né bookshop.E questa è l'Italia che dovrebbe scommettere tutto sul turismo.
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