Tre giorni dopo il primo sbarco nell'emergenza del coronavirus, il Viminale autorizza il secondo. Dopo la Ocean Viking approdata domenica mattina a Pozzallo con 274 migranti subito messi in quarantena nel hotspot siciliano - e con la stessa misura disposta a bordo per i 32 membri dell'equipaggio della nave gestita da Medici senza frontiere e Sos Mediterranée - anche la Sea Watch approda oggi in Sicilia, a Messina. L'indicazione del Pos (Place of safety, cioè il porto sicuro) è arrivata sette giorni dopo la prima richiesta fatta dalla Ong tedesca che ha salvato 194 persone in tre diverse operazioni di soccorso al largo della Libia. E sullo sbarco è scontro.
Nei giorni scorsi l'unità di crisi convocata dalla Regione Siciliana aveva disposto che tutti i migranti sbarcati sul territorio venissero messi in quarantena. Ma dopo il primo caso di coronavirus registrato a Palermo il governatore Nello Musumeci ha chiesto al governo di non far scendere i naufraghi dalla Sea Watch e di disporre la quarantena a bordo della nave. Che però non è attrezzata per ospitare quasi duecento persone. «Faccio appello al presidente Conte: dal governo regionale siciliano è arrivato finora un responsabile atteggiamento rispetto alla gestione unitaria di questa emergenza. Ma serve reciprocità. Avevo chiesto ieri e ribadisco oggi: in un contesto di allarme come quello attuale, suona come una sfida al popolo siciliano pensare di fare sbarcare altri 194 migranti in Sicilia. Una quarantena a bordo è indispensabile o, se le autorità ritengono che la nave non lo consenta, si interloquisca con le autorità competenti e si diriga in altri porti», ha detto Musumeci. Invece la nave è attesa questa mattina al porto di Messina. Le procedure di sbarco previste inizialmente erano analoghe a quelle viste tre giorni fa al porto di Pozzallo per la Ocean Viking. Screening a bordo con misurazione della temperatura da parte dei medici con tute e mascherine. Cordone sanitario rigido in banchina. Operatori e forze dell'ordine equipaggiati con indumenti protettivi. Nei casi sospetti di contagio immediato trasferimento in ospedale. A Pozzallo era previsto che tutti i migranti fossero sottoposti a tampone per escludere il Covid-19. In ogni caso i naufraghi della Sea Watch saranno messi in quarantena nell'hotspot della cittadina siciliana a meno che non vengano individuate altre strutture fuori dall'isola (e il problema spazi potrebbe presentarsi in caso di ulteriori sbarchi con relativa quarantena). Mentre l'equipaggio della Sea watch rimarrà sulla nave per 14 giorni in via precauzionale, come i 32 di Ocean Viking che si trova in rada davanti al porto di Pozzallo sotto il controllo della sanità marittima.
Attacca Matteo Salvini: «Ha ragione il governatore della Sicilia Musumeci, non è possibile che in un momento come questo il governo permetta lo sbarco di altre centinaia di immigrati: che l'Europa si svegli e se ne faccia carico. Una situazione triste e grottesca. La Sicilia non può essere trasformata in un'isola di quarantena e, a maggior ragione in questo momento, sia l'Europa a intervenire: i porti italiani dovrebbero essere chiusi». Dal canto suo Sea watch Italia protesta: «Nel rispetto delle precauzioni sanitarie, riteniano discriminatoria l'applicazione esclusiva della misura a navi Ong». E intanto ieri è stata segnalata un'altra barca in difficoltà con 40 persone a bordo, più altre due con 80 migranti. Dalla Libia si continua a fuggire.
E continua anche lo scontro politico sull'immigrazione.
Il voto della giunta del Senato sul processo a Salvini per il caso della Open arms potrebbe slittare di un paio di settimane. Fra i motivi ci sarebbe l'assenza del senatore leghista di Lodi Luigi Augussoni, in «autoisolamento» volontario.
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