
Il governo mette su una corsia preferenziale il tema sicurezza. A meno di clamorosi colpi di scena il Consiglio dei ministri, fissato per oggi alle 18, dovrebbe dare il via libera al decreto sicurezza. Un provvedimento che recepisce, anticipando l'entrata in vigore, le norme contenute nel Ddl sicurezza, in esame al Senato che però dovrebbe ritornare alla Camera per la terza lettura. L'esecutivo anticipa i tempi, facendo infuriare l'opposizione. Nel decreto dovrebbero essere recepiti anche due correttivi, sollecitati dal Quirinale. Nello specifico la possibilità del giudice di differire la pena per le madri detenute e il divieto per gli immigrati senza documenti di acquisire una sim. Due norme che il Colle ha chiesto di stralciare. In particolare nella vecchia formulazione del decreto spariva l'obbligo per il giudice di differire la pena in caso di detenute madri, riservando la discrezionalità. Dovrebbe, dunque, essere confermato l'obbligo del differimento. Sparisce anche il divieto per gli immigrati di acquisire una sim.
L'altra novità, che dovrebbe confluire nel testo al vaglio del Cdm, è lo scudo penale per gli agenti. La possibilità di escludere azioni della magistratura quando la legittima difesa è palese. Un intervento legislativo caldeggiato dalla Lega e Fdi con il capogruppo meloniano alla Camera Galeazzo Bignami che aveva chiaramente chiesto uno scudo per gli agenti. Infine, viene eliminato l'obbligo per gli agenti indagati di anticipare le spese legali in procedimenti derivanti dall'attività lavorativa. Resta confermata la norma Cicalone, l'inasprimento delle pene per i furti commessi nelle stazioni e una stretta per gli scioperi che determinano l'interruzione del pubblico servizio. La Lega esulta: «Provvedimento atteso, che serve all'Italia e che ci soddisfa in pieno». Un cambio di passo del governo che però non piace alle opposizioni. Che subito gridano al golpe. «La trasformazione del ddl Sicurezza in decreto legge rappresenta un vero e proprio golpe. Modificare il codice di procedura penale, introdurre nuovi reati, dichiarare criminali per decreto coloro che coltivano canapa a uso industriale - un settore che dà lavoro 20mila persone - e mandare in carcere chi protesta per un disastro ambientale, per aver perso il lavoro o per chiedere una scuola migliore, è il segnale evidente di una svolta autoritaria che sta investendo l'Italia. Con questo decreto, le pene saranno immediatamente operative contro i soggetti più deboli e diventeranno uno strumento per reprimere il dissenso legato alla crisi sociale e ambientale. Un provvedimento che non affronta la vera emergenza legata alla sicurezza, ma colpisce giovani, lavoratori e studenti, mentre al tempo stesso elimina reati come l'abuso d'ufficio e depotenzia le intercettazioni, favorendo di fatto la criminalità.
Questo decreto non è sicurezza, ma repressione» attacca Angelo Bonelli.E la Cgil convoca la piazza: «Un atto gravissimo, inaccettabile sul piano istituzionale e democratico. Per questo oggi la Cgil manifesterà a Roma, al Pantheon».
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