Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, vuol siglare l'autonomia delle Regioni di centrosinistra rispetto al governo. In fretta e furia, infatti, la sua giunta ha predisposto una proposta di modifica di due leggi regionali, la 41 del 2005 e la 29 del 2009, con cui, di fatto, ignora i dettami del decreto Sicurezza e consente ai migranti di accedere ai servizi di base, quali quelli sanitari e all'accoglienza. I soldi? Nel documento se ne parla vagamente, ma già nella legge di Bilancio la Regione aveva stanziato 2 milioni di euro (1milione e 300 mila euro per il 2019, 400mila euro per il 2020 e 300mila per il 2021), sempre per gli immigrati. Soldi che, con questa escamotage, adesso, finiscono dritti dritti nelle casse di cooperative e soggetti deputati a gestire l'accoglienza in Toscana.
Il consigliere regionale della Lega Jacopo Alberti sottolinea come «con la legge anti-decreto Sicurezza che il governatore sta facendo passare attraverso atti di forzatura, arriveranno clandestini da tutta Italia. Con conseguenze disastrose per sanità e bilancio. Scandaloso che per favorire il business dell'accoglienza addirittura si arrivi a legge su misura in tutta fretta». Di fatto, già moltissimi immigrati, buttati fuori dai centri del Nord a causa degli effetti del decreto Sicurezza, appreso che la Toscana disobbedirà, si stanno riversando nel Granducato. Già un'ottantina di loro sta dormendo nel parco delle Cascine, a Firenze. Ma molti altri ne stanno arrivando.
«Una scelta puramente ideologica e anche non necessaria - prosegue Alberti -, ma pur di favorire cooperative e privati che in questi anni hanno creato il business dell'accoglienza e mantenere i propri centri di potere in Regione hanno formulato in tutta fretta una legge, aprendo di fatto le porte a tutti coloro che saranno esclusi, o che già lo sono, dai Cas e dagli Sprar di tutta Italia». La Regione ha convocato la commissione Sanità d'urgenza per le 12 di oggi, per avallare i cambiamenti in questione.
Nelle modifiche inserite da Rossi e dalla sua giunta si legge che «alle persone prive del titolo di soggiorno è comunque garantito l'accesso alle cure sanitarie e socio assistenziali» e che tutti «gli stranieri dimoranti in Toscana, in possesso di idoneo titolo di soggiorno, sono iscritti al Servizio sanitario regionale».
L'iniziativa del governatore, però, se da una parte rischia di far diventare il territorio toscano un grande campo profughi, dall'altro potrebbe portare serie ripercussioni allo stesso Rossi, visto che all'articolo 121 della Costituzione è scritto chiaramente che il presidente della Giunta regionale deve conformarsi «alle istruzioni del governo della Repubblica».
Peraltro, nel documento ci sono diversi errori a cui ci si potrebbe appellare per rendere l'iniziativa nulla.Il tutto mentre i toscani continuano a lamentarsi per un operato che alle prossime elezioni regionali sicuramente avrà un peso sul voto.
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