I cittadini di Siena trovanno un centrosinistra più che spacchettato sulla scheda elettorale delle prossime elezioni amministrative. Il MoVimento 5 Stelle, invece, non si è presentato.
I grillini avevano preso circa il 20% alle scorse politiche. Adesso ci si chiede che fine faranno quei consensi. Il centrodestra, invece, è forte di quello storico 31,5% ottenuto il quattro marzo. La coalizione guidata dal candidato sindaco Luigi De Mossi, che è composta anche da Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, ma che si presenta con un'anima e con un candidato civico, inizia a crederci sul serio. Sul perché la formazione guidata da Luigi Di Maio a livello nazionale non si sia presentata nella città del Palio ci si interroga ancora.
Il dato certo è che la decisione non è stata presa bene dal circolo locale. L'architetto Luca Furiozzi, che doveva essere il candidato sindaco pentastellato, ha parlato di "decisione difficile da digerire". Beppe Grillo, specie nelle prime fasi del grillismo, aveva fatto di Siena una città bandiera. Nella cittadina toscana, luogo interessato dalla crisi della Monte dei Paschi, avrebbe dovuto avere inizio il tanto propagandato "cambiamento". Pare che il MoVimento abbia cambiato idea.
Il centrosinistra, come ricorda Il Sol24Ore, è saldo al governo sin dal dopoguerra. Oggi, però, si presenta diviso. C'è il sindaco uscente Bruno Valentini, che è dato per vicino al sempre più numeroso correntone del governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Distante, quindi, da Matteo Renzi e dalla sua "gestione". Zingaretti è in pole position per la sfida alla segreteria del Pd. Ci sono, però, anche l'ex sindaco Pierluigi Piccini (area Ds) e Alessandro Pinciani, che viene a sua volta dal Partito Democratico. Poi si presenta David Chiti, che il quotidiano citato dà come vicino a un altro ex primo cittadino, Francesco Ceccuzzi. Infine i senesi troveranno sulla scheda il nome di Alessandro Vigni, candidatosi con Potere al Popolo e Sinistra per Siena.
Cinque candidati per un posto al sempre più probabile ballotaggio. La coalizione di centrosinistra viene da un primo posto alle politiche. In quella circostanza Pd e alleati riuscirono, nonostante il calo dei consensi sul piano nazionale, a far registrare quasi un 40%. Quei voti, però, dovrebbero essere distribuiti tra almeno quattro candidati.
Per la prima volta dal 45' il sogno di strappare al centrosinistra il Palazzo Pubblico appare possibile. Le divisioni, del resto, sono derivate da lotte interne. Difficile, insomma, immaginare che i candidati del centrosinistra trovino la quadra in funzione del secondo turno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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