Siena molla Mps e democratici. Forza Italia ora sogna Firenze

Ribaltone moderato in Toscana. Nella città del Monte sconfitto l'apparato. Storiche vittorie a Pisa e Massa

Siena molla Mps e democratici. Forza Italia ora sogna Firenze

Il tufo scivoloso dopo un temporale rappresenta la Siena di oggi. Le nubi nere sulla Torre del Mangia sono la perfetta scenografia per questa apocalisse politica. La Toscana rossa è svanita. Il Fort Knox della sinistra è crollato sotto i colpi di mortaio di un centrodestra forte come non mai. A Pisa, Massa e Siena è successo il finimondo. È la storia che cambia. Sotto la Torre, da oggi pendente tutta a destra, esulta Michele Conti che riesce nell'impresa delle imprese, strappando ai comunisti il feudo più inespugnabile di tutti. Lungomare, nella vicina Massa, per la prima volta nella storia repubblicana, il centrodestra conquista un altro dei comuni più rossi della Toscana con Francesco Persiani, avvocato, anche lui sostenuto dal centrodestra unito. E in Versilia, nella piccola, ma significativa, Marina di Pietrasanta resta alla tolda di comando Massimo Mallegni che farà il senatore-assessore, avendo demandato i poteri di sindaco ad Alberto Giovannetti.

Ma torniamo a Siena, la terra dove è nato l'Ulivo, il bocconcino più gustoso, dato che da 74 anni la città più massona, chiusa e permalosa d'Italia vedeva sempre un unico colore. La cortina di clientelismo diffuso che impera da sempre si è squarciata in una comunità travolta da crisi e scandali. La vittoria di Luigi De Mossi, un altro avvocato a governare, vale triplo: con appena 377 voti di scarto ha mandato via a pedate il sindaco uscente Bruno Valentini e l'ex primo cittadino anni Novanta, Pierluigi Piccini (scomparso dai radar) detto anche mister 4 milioni, per ciò che costò a Mps Paris durante il suo incarico d'oro sotto la tour Eiffel. I due si sono apparentati per i ballottaggi ma i senesi, pur di non farsi fregare un'altra volta, sono venuti via in anticipo dal mare. Dall'alto della sua boria al primo turno, Piccini sosteneva convinto: «Il miglioramento del De Mossi è una voce messa in giro dal Pd». Machiavellico scienziato della politica.

Sono tutti al bar Nannini a festeggiare. C'è Loretana Battistini, storica consigliera provinciale di Forza Italia, euforica come non mai. C'è Anita Francesconi, che aspettava da tutta la vita questo giorno: «Ho presentato io De Mossi a Stefano Mugnai (il coordinatore regionale di Forza Italia e deputato, ndr)». Tommaso Villa, responsabile organizzazione regionale di Forza Italia, brinda con succo d'arancia: «Un lavoro di squadra che ci ha premiato. Ora tocca a Firenze». De Mossi, in sala delle Lupe, è frastornato. Da poche ore siede nella stanza sotto il Buongoverno del Lorenzetti: «C'è un momento nella storia dove le cose iniziano a girare diversamente. Si sentiva il vento di tramontana».

La prima mossa del sindaco-avvocato sarà chiedere le dimissioni di tutti i neo nominati alla Fondazione Mps che la vecchia guida politica ha proclamato vergognosamente pochi giorni fa. «In 20 anni la Fondazione Mps ha elargito due miliardi di euro - spiega Giovanni Donzelli, parlamentare di Fratelli d'Italia - Valentini è quello che inviò un sms a Renzi al quale chiedeva il permesso di fare le nomine Mps».

Dopo il palio delle urne, c'è il Palio di Provenzano da correre. De Mossi, ex mangino del Nicchio, presenterà stasera il Cencio.

E nell'aria risuona la Verbena, canto senese per la prima volta nella sua storia dedicata a un sindaco. «Nella piazza del Campo, ci nasce la Verbena, viva la nostra Siena!». Il cambiamento per i senesi passa soprattutto da queste cose.

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