Il signor Rossi di nuovo bastonato

Il signor Rossi di nuovo bastonato

Forse perché ho un cugino che di cognome si chiama così, nella vita mi sono sempre sentito come il prototipo del solito signor Rossi: quando c'era da pagare, saltava sempre fuori il signor Rossi, cioè la classe media, che non evadeva le tasse e non aveva le corsie preferenziali degli altri. E' successo tantissime volte, soprattutto con i governi di sinistra: con una mano si dava ai soliti furbetti e con l'altra si toglieva ai signor Rossi. Però mai come oggi, con i grillini a Palazzo Chigi.

È vero, molto è ancora da definire e il ministro dell'Economia, Tria, spintonato da una parte e dall'altra, sta dicendo tutto e il contrario di tutto: prepariamoci, quindi, a registrare nelle prossime settimane tante altre correzioni alla manovra da 40 miliardi di nuove spese e, magari, ad assistere a nuovi colpi di scena anche perché l'Europa, sempre più preoccupata per l'Italia, questa volta è ben decisa (e lo ribadisce ogni giorno) a non chiudere un occhio sui nostri conti, come, invece, è accaduto spesso in passato. Stando, comunque, alle indiscrezioni, peraltro molto confuse, sul pacchetto che i gialloverdi cercano faticosamente di varare, scopriamo con disappunto che, a fronte del tanto criticato reddito di cittadinanza, la flat tax, che tutti i signor Rossi s'attendevano, rischia di essere solo una pallida copia delle nostre speranze: tanto tax e poco flat. In compenso, si sta studiando l'ipotesi di chiedere alle imprese, alle banche in particolare, di versare più tasse in acconto, ma non è affatto escluso che il provvedimento venga esteso, come è già successo in passato, anche a quei contribuenti che pagano regolarmente l'Irpef. Non solo: per rispettare il tetto del 2,4% tra deficit e Pil, che è già elevatissimo, al ministero stanno anche ipotizzando una riduzione delle detrazioni e delle agevolazioni fiscali. Sul tavolo delle ipotesi ci sarebbe poi il taglio della deducibilità degli interessi passivi degli istituti di credito: un modo come un altro per rallentare ancora più quella ripresa economica che sta già vacillando. In effetti, non ha molto senso lanciare proclami sulla necessità di puntare sul made in Italy e, al tempo stesso, mettere chiodi sulla strada di questa, benedetta, ripresa.

Sto esagerando? In attesa delle prossime pagelle delle agenzie di rating, è sufficiente analizzare l'andamento dello spread che da una settimana continua a mettere in guardia i mercati. Se non è allarme rosso, poco ci manca: così proprio non va.

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