![Il silenzio del Cremlino e gli interessi da difendere. "Aspettiamo dei segnali"](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2024/12/14/1734155886-22956188-small.jpg?_=1734155886)
Il dialogo tra gli Usa e la Russia deve svolgersi «su una base di eguaglianza e la necessaria considerazione degli interessi russi». Nel giorno in cui Donald Trump fa sapere di avere parlato con Vladimir Putin e si dice convinto che anche il presidente russo voglia mettere fine al conflitto, Mosca sottolinea che anche il nuovo inquilino della Casa Bianca dovrà fare i conti con le condizioni russe, che potrebbero rendere la soluzione non così «veloce» come da lui auspicato. Il Cremlino non ha né confermato né smentito il colloquio telefonico, che tuttavia secondo ambienti diplomatici a Mosca è effettivamente avvenuto. Ma l'ambasciatore alle Nazioni Unite Vasily Nebenzya ha detto che la Russia è ancora «in attesa di segnali» da parte americana. «Siamo aperti a contatti, ma su una base di eguaglianza e con la necessaria considerazione degli interessi russi», ha affermato il diplomatico, facendo capire che le discussioni non dovrebbero limitarsi all'Ucraina ma spaziare su «tutti quei settori che sono di interesse per Usa e Russia». Una posizione più volte espressa da Putin, ha ricordato Nebenzya.
Dopo la vittoria elettorale di Trump, infatti, il capo del Cremlino aveva affermato che il dialogo dovrebbe affrontare anche questioni quali l'equilibrio strategico tra le due prime potenze nucleari del mondo. L'occasione era stata il test di un nuovo missile balistico ipersonico russo, l'Oreshnik, con una gittata di migliaia di chilometri. In quella occasione Putin aveva detto che Mosca si riservava il diritto di schierare questo e altri missili contro i Paesi europei se da parte occidentale si fosse fatto altrettanto. E questo dopo che gli Usa avevano annunciato l'estate scorsa che schiereranno missili in Germania a partire dal 2026 come primo passo dopo l'uscita nel 2019 - durante la prima presidenza Trump - dal trattato Inf che nel 1987 aveva messo al bando gli euromissili.
Ma anche per l'Ucraina il negoziato non si presenta facile. Nebenzya ha ribadito che Mosca vuole trattare «sulla base della realtà odierna». Una formula già usata per indicare i territori occupati in Ucraina che i russi dicono di non volere lasciare. In questo la Russia continua a richiamarsi alle condizioni per la pace poste nel giugno scorso da Putin in un discorso al ministero degli Esteri: cessione da parte di Kiev dell'intero territorio delle quattro regioni oggi parzialmente sotto controllo russo (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson) e impegno ufficiale dell'Ucraina a non entrare nella Nato. E le truppe russe continuano a impadronirsi di nuovi territori, specie nella regione di Donetsk, in vista dei possibili negoziati. Il ministero della Difesa di Mosca ha detto che nelle ultime ore le sue truppe hanno conquistato un altro villaggio, Orekhovo-Vasilevka. Mentre nella regione russa di Kursk, parzialmente occupata dall'agosto scorso, sarebbero stati respinti altri tre tentativi delle truppe ucraine di avanzare. Nel frattempo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha punzecchiato Trump ricordando la sua vecchia promessa di porre fine al conflitto in 24 ore. «Molti hanno fatto dell'ironia su questo», ha detto la portavoce.
Ma lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha aggiunto, ha spiegato come questo sarebbe possibile quando ha detto che gli ucraini «non durerebbero un giorno senza l'aiuto americano». Se Trump vuole mettere fine ai combattimenti, basta che interrompa le forniture di armi a Kiev.
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