In lingua swahili Arabuko-Sokoke significa «foresta fitta». In un lembo dei 420 kmq del più esteso polmone verde pluviale costiero dell'Africa orientale si troverebbe Silvia Romano, la cooperante milanese rapita martedì scorso da un drappello di Al Shaabab. A rivelarlo è Noah Mwivanda, comandante regionale della polizia costiera keniota che avrebbe aperto un canale (ma la notizia non viene confermata dall'intelligence locale) con i sequestratori. Tant'è che il poliziotto ha affermato senza esitazioni che «Silvia è viva, non abbiamo alcun dubbio».
Con il trascorrere dei giorni le forze dell'ordine, supportate da uomini dell'Aptu di Nairobi, l'Unità di Polizia Anti-terrorismo, stanno tracciando un quadro sempre più preciso su quanto accaduto martedì sera nel villaggio di Chakama. I tre individui che avevano affittato un alloggio a una decina di metri dalla sede della Ong Africa Milele, dove lavorava e abitava Silvia, non erano solo osservatori per conto dei rapitori, ma gli artefici materiali del blitz. Da ieri si conoscono anche i loro nomi: Ibrahim Adan Omar, Yusuf Kuno Adan e Said Adan Abdi.
Quest'ultimo è l'uomo che aveva fornito i documenti al custode della casa per completare le pratiche d'affitto. Abdi, lo ricordiamo, è un abituale frequentatore della moschea «Sesta Strada», a Eastleigh, il quartiere somalo di Nairobi. Si tratta di un luogo di radicalizzazione da dove partirono tra l'altro gli assalitori del centro commerciale di Westgate a Nairobi. Nell'attentato del 21 settembre 2013 morirono 67 persone e altre 175 vennero ferite.
Il comandante della polizia costiera ha confermato che la ragazza italiana si trova nella foresta assieme ai tre assalitori, sui quali pende una taglia di un milione di scellini (più di 9mila dollari). «Altri cinque che facevano parte del commando sono scappati, e ne abbiamo perse le tracce. Di lei invece abbiamo la localizzazione e le impronte». Le indagini inoltre hanno portato al sequestro di due motociclette che si ritiene siano state utilizzate dai sequestratori e abbandonate in contee vicine a quella di Kilifi dove si trova Chakama. La foresta viene passata al setaccio, anche con l'ausilio di droni «RQ-11 Raven» di fabbricazione Usa. Ieri, fa sapere K24 tv, si sono alzati in volo anche due elicotteri «Harbin Z-9» con venti soldati a bordo.
Intanto il nostro Ministero degli Esteri ha emesso sul sito Viaggiaresicuri un allerta per chi è in procinto di partire per il Kenya e per i concittadini che già vi sono. L'allerta viene rinnovata ogni 24 ore.
Soltanto nell'arco della mattinata di ieri alcuni hotel hanno visto cancellare prenotazioni per il periodo natalizio e alcuni gruppi intenzionati ad effettuare safari, soprattutto quelli nella Arabuko-Sokoke Forest, hanno chiesto di annullare il programma. Gli operatori turistici temono ulteriori cancellazioni in vista dei festeggiamenti di Capodanno.
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