Il braccio di ferro sul nodo pensioni prosegue. Il piano del governo che è stato presentato ai sindacati parla chiaro: via all'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni ed esenzione da questa misura per circa 15 categorie di "lavori gravosi". Il nuovo piano però ha spaccato il fronte sindacale con la Cgil che ha detto no sostanzialemente all'esecutivo propronendo anche un'agitazione per il 2 dicembre. E così in questo quadro pesano (e non poco) le parole del presidente dell'Inps, Tito Boeri che non ha certo usato giri di parole per mettere nel mirino proprio i sindacati. Le parole di Boeri arrivano in un suo intervento a Milano durante la presentazione del reddito di inclusione. Il numero uno dell'istituto di previdenza sociale ha bacchettato i sindacati così: "reddito di inclusione è una svolta epocale, ma è solo un primo passo. Bisognerà impegnarsi in Italia, in futuro, per aumentare la dotazione delle misure di contrasto alla povertà. Credo che questo debba essere anche un monito ad alcuni partiti politici e forze sindacali - sottolinea Boeri - che chiedono ancora più risorse per le pensioni quando già nella legislazione vigente siamo destinati a superare il 18 per cento di spesa pensionistica sul Pil. E invece non sembrano preoccuparsi di potenziare le misure di contrasto alla povertà". Parole dunque che riparono nuovamente lo scontro proprio sulle pensioni che è in atto tra sindacati e governo.
L'Inps di fatto è alla finestra e attende di mettere in pratica quanto deciso nella riforma proposta dell'esecutivo, ma Boeri comunque mette in guardia proprio i sindacalisti su questo fronte aperto sulle pensioni. Infine su questo punto è intervenuto anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: "Sulle pensioni quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto". Dunque il dialogo con la Cgil in questo momento resta chiuso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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