È lecito sapere se un sindaco è indagato? No, se è del Pd. Reggio Emilia è ancora sotto choc per Marco Mescolini, l'ex procuratore capo - pizzicato anche nelle chat con l'ex leader Anm Luca Palamara - trasferito dal Csm fuori dall'Emilia per incompatibilità ambientale con l'accusa di essere stato troppo tenero con il Pd. Da qualche giorno sul Comune aleggia un altro sospetto su Luca Vecchi, primo cittadino dem della città ed ex braccio destro del predecessore Graziano Delrio, già ministro ed esponente di punta del Pd di Nicola Zingaretti.
L'ex pm antimafia Antonino Di Matteo, che ha indagato su Mescolini dopo le dichiarazioni di quattro magistrati donna della Procura reggiana (Isabella Chiesi, Valentina Salvi, Maria Rita Pantani e Giulia Stignani), ha dichiarato al Csm che Vecchi risulterebbe «il principale indagato nella principale indagine sulla città». E perché dovrebbe esserlo? Come documentato recentemente, un report dei servizi segreti del 2013 puntava il dito contro le infiltrazioni del clan di 'ndrangheta dei Grande Aracri, confermate dalle sentenze del processo AEmiliae, e chiedeva alla Procura reggiana di indagare sul conto di Maria Sergio, «allora dirigente del Servizio pianificazione e qualità urbana del Comune reggiano» e moglie di Vecchi. Secondo il rapporto Aisi, girato dai carabinieri all'allora Procuratore della Dda emiliana Giorgio Grandinetti, la Sergio avrebbe aiutato un'impresa in odore di mafia negli appalti pubblici per la ricostruzione post-terremoto in Emilia-Romagna. Grandinetti lo consegnò brevi manu a Mescolini in data 7 febbraio 2013 «per le sue determinazioni». Poi il report è finito in un cassetto e Vecchi è diventato vicesindaco con Delrio.
Il centrodestra ha chiesto a Vecchi di riferire se è vero che è indagato, ma la mozione non è passata. Con un giallo, segnalato dal consigliere comunale leghista Alessandro Rinaldi. Una voce maschile che durante la discussione sulla mozione urla «Dovete stare attenti!». Il deputato Fdi Gianluca Vinci ha chiesto anche che Vecchi «chiarisca i rapporti con alcuni magistrati».
Il clima in città è pesante: 150 esponenti del mondo sindacale, della politica e della società civile hanno raccolto le firme a sostegno di Mescolini: «È gente che per decenni ha cementificato il territorio, favorendo solo le grandi cooperative del mattone (tutte tragicamente finite) e un substrato di imprese, a conduzione familiare, imparentate o collegate a famiglie in odore di 'ndrangheta, denuncia su ReggioReport il coordinatore provinciale di Forza Italia Reggio
Emilia Gianluca Nicolini.Intanto l'ex procuratore si proclama innocente e annuncia il ricorso contro il trasferimento: «Giudizi pretestuosi, io nel mirino di una campagna mediatica per fatti di anni prima già esaminati».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.