Stazione della metropolitana di Cadorna (MM1) ore 8,52 del mattino di un qualsiasi giorno della settimana, in questo caso martedì. Un martedì uguale a tanti altri che si sono susseguiti dalla fine di agosto a oggi e che non ha nulla di speciale in agenda. Il consigliere comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico scatta un'immagine di come appare la banchina della stazione all'indomani della ramanzina che il sindaco di Milano Beppe Sala ha indirizzato ai milanesi: «Io vi prego: utilizzate la mascherina, tutti, lo dico in particolare ai giovani, cercando di essere sempre vicino a loro e comprensivo, ma utilizzatela. È assolutamente importante perché è chiaro che questa è una vita, una società anomala, ma è vita». Una lezione da primo della classe, giustificata solo dal voler giocare d'anticipo sul Governo, al lavoro sul testo del Dpcm che estenderà l'obbligo dell'utilizzo della mascherina all'aperto in tutto il Paese. Obbligo, per altro che esiste già in Lombardia nelle situazioni in cui non sia possibile mantenere il distanziamento sociale all'aperto. Ecco allora che i milanesi la mascherina sono abituati a indossarla e lo fanno soprattutto quando devono prendere i mezzi o entrare nei negozi, stare al chiuso, peccato però che nel momento in cui sono costretti a prendere i mezzi - siamo per altro alla stazione di Cadorna, quindi di interscambio con la stazione delle Ferrovie Nord, i pendolari non si trovino in una situazione di sicurezza mentre si stanno recando a lavoro. «Caro sindaco, prima di puntare il dito si preoccupi di fare il suo!» il commento di De Chirico.
La società milanese dei trasporti ha precisato che nelle stazioni della metropolitana «è compiutamente rispettato l'obbligo di contingentamento come stabilito dal Dpcm del 7 settembre che stabilisce la capienza dei mezzi pubblici sino all'80 per cento rispetto al periodo pre coronavirus». Il conteggio elettronico - spiegano da Atm - è effettuato ai tornelli e blocca gli accessi al superamento della soglia prestabilita. Nel caso delle immagini postate probabilmente l'impressione di ressa è determinato da un normale affollamento tra viaggiatori in discesa e in salita sui mezzi fermi nelle stazioni ma in base al Dpcm non si tratta di affollamento perché non è più previsto l'obbligo di distanza di un metro tra gli utenti del Tpl». Non solo, a rinforzare il concetto che si tratti di mera «percezione», il direttore generale dell'Azienda Trasporto Milanese Arrigo Giana ricorda come «secondo l'ultimo dato registrato, a ieri il numero dei passeggeri è risultato pari a 53 per cento registrato la stessa giornata dello scorso anno. I flussi sono analoghi nei mezzi di superficie e in metropolitana: oscilliamo tra il 50 e il 54 per cento. Non siamo mai andati oltre». Così come vengono effettuati controlli dal personale addetto alla stazione, dalle forze dell'ordine e dalle telecamere.
Peccato che ieri il sindaco si sia concentrato sul riconoscimento del ruolo dei migranti durante la pandemia - «sono stati in prima linea, rischiando la vita come lavoratori essenziali nei settori della salute, del cibo, dei rifiuti e della mobilità» - e sul concetto di città «tascabile», invece di pensare a sollecitare Atm nell'«intensificare i controlli soprattutto negli
orari di punta, magari impiegando il personale delle società partecipate o delle cooperative appaltatrici di servizi sia ai tornelli che in banchina, sul modello di Tokyo» come suggerisce lo stesso consigliere De Chirico.
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