La sinistra anti italiana organizza il "contro G7" per disturbare il governo

Politici e stampa amica si aggrappano a ulivi e francobolli pur di boicottare

La sinistra anti italiana organizza il "contro G7" per disturbare il governo
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La sinistra celebra il contro G7. Fake, risse in Parlamento, la piazza, la caccia al sopracciglio sospetto, le tigri di Lula, le risate di Meloni, la crociata contro l'ulivo malato: partito democratico e «stampa amica» schierano l'artiglieria pesante per raccontare il contro vertice. L'obiettivo è scontato: nascondere la centralità del premier Giorgia Meloni tra i «Grandi» della Terra al G7, che si svolge in Puglia sotto la presidenza italiana. Schlein e compagni cercano il proprio momento di visibilità, sperando di oscurare il raduno delle sette potenze mondiali. Parlano di tutto: Salis, incarichi Ue, fascismo. Inondano le agenzie con comunicati di giubilo per la scarcerazione di Ilaria Salis. Ma ignorano i dossier, dalla guerra all'Ia, che Meloni affronta con Biden, Sunak, Macron. Le scenate in Parlamento, in occasione del voto su autonomia e premierato, sono il preludio all'invocazione della piazza: «La maggioranza di destra sta forzando la discussione parlamentare. Tutto questo non è accettabile. Ci vediamo in piazza. A Roma, martedì 18 giugno», annuncia Antonio Misiani, responsabile economia del Pd, nelle stesse ore in cui Meloni sigla l'intesa per con i capi di Stato su immigrazione, clima e guerra.

La mossa del Pd è un autogol. Calenda si sfila. Renzi riflette. Il capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia Tommaso Foti coglie il punto e smaschera la sinistra: «Al G7 in Puglia Giorgia Meloni sta facendo un lavoro straordinario. È riuscita a portare il Santo Padre, cosa mai avvenuta nella storia del vertice. Ha pronunciato parole chiare sull'importanza di affrontare con intelligenza il tema dei cambiamenti climatici. Andiamo avanti a testa alta nonostante il lavoro ai fianchi delle opposizioni che stanno facendo di tutto per gettare ombre su Meloni e il suo governo in un momento in cui sull'Italia sono puntati gli occhi del mondo e nonostante chi, uscito con le ossa rotte dalle europee, pensa di fare una campagna elettorale lampo in terra straniera sfruttando fino in fondo anche i riflettori del G7». Repubblica, Fatto Quotidiano e La Stampa offrono paginate su dettagli o imprevisti tecnici, fisiologici per un evento mondiale. I giornali di sinistra lo definiscono l'effetto boomerang. In realtà è un contro G7, condito da rosicate in abbondanza. Nel primo pomeriggio di ieri, l'edizione online di Repubblica spara la bomba (ripresa poi da Fatto e La Stampa): «Sparita la protezione dei diritti Lgbt dalle conclusioni finali del G7». Il governo italiano smentisce. Falso. Il colpo grosso, lo scoop mondiale, lo mettono a segno i giornalisti di Fatto e Repubblica che «scovano» foto di Meloni, ritoccate per far sparire le rughe. La prova che inchioda la leader di Fdi? Un sopracciglio sospetto.

Passano le ore e spunta anche la polemica del francobollo. Repubblica dà ampio spazio alla protesta del sindaco di Fasano Francesco Zaccaria che scrive una lettera al presidente del Consiglio per segnalare il mancato riferimento alla città di Fasano nel francobollo celebrativo del G7. Le risate di Meloni che accolgono Papa Francesco o le smorfie durante il saluto con il primo ministro inglese Rishi Sunak diventano temi di approfondimento. Così come il messaggio social di Arianna Meloni alla sorella. È un lungo racconto del dettaglio, con l'obiettivo di annacquare i risultati. Sulla home di Repubblica compare un articolo critico sulla scelta di inserire l'ulivo, simbolo della Puglia, nel logo ufficiale del G7.

Motivo? L'ulivo richiama la Xylella, la calamità che ha sterminato milioni di alberi. Per i giornali di sinistra è «una figuraccia». Non mancano un rilancio dell'inchiesta Cnn sulla mafia pugliese e le proteste dei giornalisti per il Media center. È il contro G7 visto da sinistra.

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