La sinistra boicotta già il Ponte "È un progetto irrealizzabile"

Pd e Verdi all'attacco dell'opera. Ma Salvini tira dritto: "Costa più non farlo che farlo, e durerà secoli"

La sinistra boicotta già il Ponte "È un progetto irrealizzabile"

«Salvo intese» è stata la formula necessaria a contenere gli ulteriori aggiustamenti e aggiornamenti a un progetto come quello del ponte sullo Stretto, che ripartirà da quello definitivo fatto nel 2011, e andrà adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali.

Il «salvo intese» sarebbe stato necessario anche per il nodo dei finanziamenti, per consentire modifiche rispetto ai rilievi avanzati dai tecnici del ministero sulla società utilizzata per realizzare i lavori. Il provvedimento ha infatti recuperato la Società Stretto di Messina dalla liquidazione. Di certo il via libera uscito dal Consiglio dei ministri ha voluto mettere il sigillo ufficiale a una volontà politica che dovrà misurarsi con inevitabili modifiche progettuali e burocratiche. «Il Ponte nasce come norma del dicembre 1971, non era nato, c'era Aldo Moro ministro degli esteri, è già costato svariate centinaia di milioni di euro agli italiani, tra progetti, ritardi, fallimenti cause. Io adesso, entro il 31 luglio 2024, da cronoprogramma, ho intenzione di far approvare il progetto esecutivo e di partire con i lavori entro l'estate 2024», dice il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini. «Sto sbloccando cantieri in tutta Italia, il ponte sullo Stretto costa di più non farlo che farlo, gli italiani hanno già speso centinaia di milioni di euro senza che si sia ancora posata una pietra», aggiunge. Quanto alla «sismicità, c'è in Italia come in Turchia e in Giappone e ci sono ponti in Turchia e Giappone. Il ponte fu validato e progettato da società italiane, spagnole, giapponesi e americane e quindi più alta è una struttura, più resiste alla sismicità, non esiste nessun problema di maree, di vento, di sismicità. Facciamo un'opera che stia in piedi e che duri nei secoli».

Ma l'approvazione in Consiglio dei ministri ha scatenato le polemiche dell'opposizione e delle associazioni ambientaliste. «Un decreto (salvo intese) che non c'è, un progetto irrealizzabile, bloccato da problemi ambientali e contenziosi infiniti. Ma che meraviglia questo Governo Meloni che nel 2023 realizza la visione innovatrice di Berlusconi di 20 anni fa!», scrive la deputata del Pd Chiara Braga. Attaccano i Verdi: «Al Consiglio dei Ministri è andata in scena la solita commedia: Salvini e Meloni che si marcano stretti e ognuno che pianta le proprie bandierine. Quella di Meloni la riforma del fisco e per Salvini il Ponte sullo Stretto di Messina. Una messinscena che si è conclusa con la formula di rito: salvo intese. Cioè il CdM ha approvato il tutto ma senza un accordo definitivo perché non sono stati ancora definiti gli aspetti tecnici, non una cosa da poco. Stanno al governo, ma non governano - accusa il capogruppo dell'Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro - Il Ponte sullo Stretto è un'opera costosa, pericolosa, certamente non prioritaria». Apre invece Azione: «Sono da sempre un grande sostenitore della realizzazione del ponte sullo Stretto. Collegare Sicilia e Calabria con un ponte, tra le altre cose, consentirebbe anche a noi siciliani di viaggiare in Frecciarossa. Due perplessità però sul progetto Salvini.

La prima: la proposta di ieri è stata approvata salvo intese, vuol dire che stiamo parlando del nulla. O il ponte serve per migliorare la qualità delle infrastrutture in tutta la Sicilia, o sarà una cattedrale nel deserto ed avremo soltanto scherzato".

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