Scacco a La Regina. Ecco cosa ha combinato questo giornale, scovando le uscite social anti-Israele del segretario del Pd della Basilicata, candidato al Parlamento nel reparto «giovani». Letta si è adombrato, lamentando che il Giornale «ha voluto sollevare questa polemica». Come se i quotidiani prossimi al Pd non passino il loro tempo a scandagliare vite e pensieri degli avversari politici finanche quando frequentavano le elementari. È il giornalismo, bellezza. Semmai v'è da notare il doppio registro etico: sono bastate le scuse de La Regina per chiudere il caso. Quando invece qualche fesso della destra se ne esce con battute antisemite, ne viene chiesta la radiazione: come è accaduto di recente a un consigliere regionale campano di Fratelli d'Italia, giustamente sospeso dal partito. Sapere un segretario regionale Pd e quasi certo parlamentare che nega, per di più sghignazzando, il diritto all'esistenza di Israele, preoccupa non poco. Anche perché laggiù vi sono potenze come l'Iran che hanno nella propria ragion d'essere la sua distruzione. Diciamo che il caso ha reso noto a molti quelli che alcuni sanno da tempo: la sinistra italiana mai è stata con Israele, anzi nella sua storia ha sempre parteggiato non solo per i palestinesi ma per gli Stati che Israele lo minacciano. E non parliamo solo dei comunisti: anche Bettino Craxi, che noi continuiamo a stimare immensamente, peccò di eccessiva distanza da Israele e di soverchia simpatia per il cosiddetto «mondo arabo». E lo stesso dicasi per la sinistra democristiana, quella che poi, con gli eredi del Pci, ha dato i natali al Partito democratico. Solo con Silvio Berlusconi e poi con Matteo Renzi, il governo italiano ha riconosciuto che Israele è l'unica democrazia liberale del mondo arabo e che va difeso, ma prima di tutto va compreso. Si dirà: ma è una bagattella social, eppure chi conosce un po' il mondo della sinistra sa che, antropologicamente, il cuore dei militanti del Pd batte più per i palestinesi che per Gerusalemme (o Tel Aviv, come si vuole). Il Pd continua a coltivare questa ambiguità: da un lato non può attaccare direttamente Israele per ragioni di real politik, ma la difesa suona sempre un po' di ufficio. Ambiguità ora aggravata dall'alleanza con l'estrema sinistra di Fratoianni. Che invece ha le idee chiare ed è platealmente pro palestinese, fino a sostenere le azioni violente del movimento internazionale Bds, favorevole al boicottaggio totale di Tel Aviv.
Sono contro le sanzioni a Putin, ma le vogliono per l'unica democrazia del mondo arabo, attorniata da macellai urlanti e armati. Alla fine, Fratoianni e La Regina stanno in un collegio blindato, Emanuele Fiano, emblema della Comunità ebraica milanese e non solo, in uno a quasi certa debacle. Prendiamo atto.
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