La sinistra si muove per occupare la Rai

Il Pd "precetta" giornalisti, mentre l'Usigrai attacca il direttore di Raidue

La sinistra si muove per occupare la Rai

La «Rai rossa» va in soccorso di Enrico Letta. Non basta l'ammucchiata, da Fratoianni e Calenda, per rimettere in partita la sinistra. A viale Mazzini è scattato l'allarme: il centrodestra si appresta a vincere le elezioni del 25 settembre. Il Pd è in difficoltà. Il campo largo si è trasformato in un ring. I giornalisti rossi sono precettati. Serve l'impegno di tutti per dare una mano ai compagni.

D'altronde la sinistra è minoranza (sondaggi alla mano) nel Paese. Ma maggioranza schiacciante in Rai. Tutti mobilitati. La conferma arriva dalla partecipazione, che sta alimentando polemiche, di dirigenti e giornalisti Rai al convegno «Rai, ora o mai più» organizzato dalla rivista Left Wing, un progetto editoriale ispirato da militanti e simpatizzanti di sinistra. Una iniziativa il cui titolo, Ala sinistra, è già di per sé un programma quanto meno nei toni marcatamente politici. Si studia un piano d'attacco per i 30 giorni di campagna elettorale.

A leggere i nomi dei partecipanti c'è il meglio dell'informazione rossa: Roberto Natale, ex portavoce di Laura Boldrini, Andrea Montanari, Andrea Vianello, Maria Cristina Zoppa. A coordinare i lavori del dibattito Francesco Verducci, senatore del Pd. Giù la maschera. Forza Italia ha depositato un'interrogazione parlamentare in Commissione di Vigilanza. «L'amministratore delegato Carlo Fuortes deve chiarire la sua posizione. Era a conoscenza di questa riunione? L'ha in qualche modo autorizzata? Quali dirigenti vi hanno partecipato? Fatto salvo il diritto costituzionale di partecipare», si chiedono i parlamentari azzurri.

Ma l'ad Rai Fuortes - rivela al Giornale un fonte interna di Viale Mazzini segue la linea draghiana del direttore del Tg 1 Monica Maggioni, quest'ultima reduce dallo scontro con Francesco Giorgino, culminato nell'addio del giornalista del Tg1.

É tempo di campagna elettorale in Rai. E intanto un'altra polemica ha chiamato in causa il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, dopo le dichiarazioni di Ignazio La Russa nel programma di Lucia Annunziata, che ha indicato il giornalista tra le personalità «compatibili con il governo e con l'Italia che vogliamo». L'Usigrai ha invocato una immediata risposta da parte dell'azienda e di Sangiuliano «per difendere l'autonomia e l'indipendenza del Tg2».

Lo stesso La Russa ha immediatamente replicato: «Le mie dichiarazioni, estrapolate da un ampio ragionamento politico culturale, sono state utilizzate per becere strumentalizzazioni e attacchi a uno stimato professionista».

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