Una sforbiciata per sostenere la lotta delle iraniane per l'emancipazione. In migliaia in tutto il mondo in queste ore si tagliano i capelli: un gesto simbolico contro l'oppressione del velo, costato letteralmente la vita a Mahsa Amini. Tra loro ci sono anche tantissime donne di sinistra. La stessa sinistra che in Europa, però, non è disposta a fare un passo indietro sulle campagne di promozione dell'hijab. Un cortocircuito emerso chiaramente durante la plenaria di ieri a Strasburgo.
Soltanto un anno fa, infatti, la Commissione Ue ha finanziato una campagna contro l'hate speech (poi ritirata fra le polemiche) che affermava niente di meno che: «La libertà è nell'hijab». Andatelo a raccontare a tutte quelle che vengono massacrate di botte o peggio uccise perché vorrebbero uscire a capo scoperto, verrebbe da dire. Ma stando all'iniziativa dell'esecutivo comunitario il velo doveva essere «accettato», e pure con «gioia». L'ultimo scivolone risale a qualche settimana fa, quando il programma Erasmus+ aveva scelto di reclamizzare un premio per gli studenti con la foto (anche questa cancellata qualche ora dopo) di una bimba velata, proprio mentre in Iran iniziavano le proteste anti-velo. L'immagine di una ragazza con l'hijab era stata usata anche per pubblicizzare la Conferenza sul futuro dell'Europa.
Per questo, ieri, l'eurodeputato francese del Ppe, François-Xavier Bellamy, ha chiesto di inserire nella risoluzione comune sull'Iran un emendamento per imporre il divieto di finanziare campagne di promozione dell'hijab. «Lo dobbiamo alla memoria di Mahsa e a tutte le donne uccise e che oggi rischiano la vita in nome della libertà», ha detto il rappresentante dei popolari nel suo intervento. Ma la proposta è stata bocciata dopo l'opposizione dei Socialisti e Democratici, compresi alcuni eurodeputati del Pd e dei Verdi. La sinistra evidentemente non riesce a scegliere da che parte stare. Del resto, prima del caso iraniano, la battaglia per la difesa del velo aveva attirato anche le femministe.
«È scandaloso» protesta Bellamy, che parla di «complicità con l'islamismo», mentre il conservatore Vincenzo Sofo, accusa i Dem di doppio gioco: «Sui media e nelle piazze sostengono le donne iraniane e qui vogliono continuare a promuovere il velo come simbolo di libertà».
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