In questi mesi ho provato a spiegare anche attraverso una serie di articoli pubblicati qui sul Giornale quali sono le caratteristiche e i valori di riferimento che rendono Forza Italia qualcosa di unico nel panorama politico non soltanto della «seconda Repubblica» ma dell'intera storia d'Italia, dall'unità nazionale ad oggi. Caratteristiche che si riassumono nei quattro aggettivi «liberale», «cristiana», «europeista» e «garantista».
Ma perché è tanto importante una forza politica con queste caratteristiche? Perché vale la pena continuare a votarla ed anzi darle maggior forza?
Forza Italia è certamente un movimento politico «di centro» uso quest'espressione per semplicità, ben sapendo che queste definizioni sono da tempo inadeguate. Ma cosa significa «centro» dal nostro punto di vista?
Non certo un luogo equidistante fra destra e sinistra, pronto ad allearsi con l'una o con l'altra secondo le convenienze del momento. Questo non fa bene alla democrazia. Il vecchio Zentrum tedesco che dominava la scena politica nella repubblica di Weimar creò con questa politica le condizioni che permisero a Hitler di salire al potere, rispettando formalmente le regole del gioco democratico.
La nostra non sarà mai la politica dei «due forni» come la intesero alcuni nella prima repubblica. Forza Italia è nata con il bipolarismo e nel bipolarismo il nostro luogo naturale è il centro-destra. Aggiungo che il centro-destra in Italia non esisterebbe come non è mai esistito in passato se non lo avessimo creato noi, costruendo le condizioni perché potesse essere forza di governo.
Lo ricordo non per rivendicare meriti del passato a questo penseranno i libri di storia ma perché ha un significato chiaro per oggi: il governo Draghi non prefigura nessun cambiamento strategico di alleanze, che sarebbe impossibile e contrario alla nostra natura. Nessuno sottolineo nessuno in Forza Italia contempla questa ipotesi. Nessuno e sottolineo di nuovo la parola nessuno ha in mente neanche la prospettiva opposta, questa di abdicare al nostro ruolo, di disperdere il patrimonio di idee e di voti di Forza Italia in una indistinta aggregazione di destra sovranista.
Io ho parlato spesso, ragionando sul futuro, di partito unico del centro-destra. Continuo a crederci, ma questo non significa affatto il disarmo di Forza Italia.
Significa all'opposto che in questo processo di aggregazione, che deve per forza avvenire per gradi, le idee di Forza Italia, riassunte dai quattro aggettivi di cui abbiamo parlato tante volte, devono caratterizzare quella che oggi è una coalizione e domani potrebbe essere un unico soggetto politico.
Voglio ribadirlo con forza, perché sono le idee in cui credo, per le quali sono sceso in politica e alle quali non potrei mai venire meno, neppure per un calcolo di convenienza. Ma c'è anche un altro aspetto, che si aggiunge a questo. Le vicende politiche di tutte le democrazie occidentali dimostrano che se si indebolisce il centro liberale e cristiano quella che torna al potere è la sinistra.
I recentissimi dati delle elezioni in Germania sono l'ennesimo esempio di questa legge della politica, che porterà il più grande Paese dell'Unione Europea verso un governo a guida socialista. In Germania probabilmente è un processo fisiologico di alternanza, dopo molti a guida della Cdu, in Italia significherebbe continuare con chi ha governato il Paese ininterrottamente dal 2011.
Questo vale per le elezioni nazionali previste per il 2023 ma vale anche per le elezioni comunali che si tengono in questi giorni.
La possibilità per il centro-destra di tornare alla guida delle maggiori città del Paese è direttamente legata alle scelte dell'elettorato moderato, pragmatico, meno schierato ideologicamente, liberale per indole e per legittimo interesse, sensibile ai valori cristiani nei quali noi ci identifichiamo senza volerne fare una bandiera politica. Se quell'elettorato sceglierà il centro-destra non potrà che scegliere Forza Italia. E solo a questa condizione possiamo vincere, ma soprattutto possiamo governare le nostre città e il nostro Paese.
Questo è nell'interesse di tutto il centro-destra e sono convinto che i nostri alleati ne siano ben consapevoli. Non si governa una grande metropoli europea, né ancor meno un grande Paese dell'Occidente, senza le idee, i valori, i metodi di governo che ci legano all'Europa e all'Occidente.
In questo ambito le ragioni legittime della destra democratica, identità, sicurezza, tutela dei segmenti sociali più colpiti dalla globalizzazione, non solo hanno piena cittadinanza, ma si concretizzano in azione di governo. Isolandosi, al contrario, rimarrebbero relegate a sterile anche se legittima testimonianza.
Per questo voglio ribadire un concetto: Forza Italia non fa parte del centro-destra, Forza Italia è il centro-destra. Non si vince senza le nostre idee, oltre che ai nostri numeri.
E noi siamo garanti della connotazione liberale ed europea della coalizione.Ecco perché Forza Italia non ha solo un glorioso passato, ha un presente e un futuro ancora più importanti. Un futuro di Governo delle città e della nazione. Vale la pena sceglierla.
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