Adesso abbiamo i No Tap, che sono peggio dei No Tav e s'affratellano con loro nel disordine pubblico e nella politica di decrescita felice, anti capitalista. Non c'è più la stella rossa. In cambio ce ne sono 5 senza colore che li sostengono e promettono loro il reddito di cittadinanza, con cui avranno più tempo per protestare. L'opposizione alla Tap è peggio di quella alla Tav sia perché colpisce la Puglia che ha molti più problemi di sviluppo del Piemonte e sia perché mentre oltre alla linea Lione-Torino-Kiev esistono altri corridoi ferroviari ad alta velocità, invece la Tap apre una linea di rifornimento energetico del tutto nuova. Nonostante i danni che il blocco della Tav ha arrecato al Piemonte e in particolare alla provincia di Torino, l'area in questione ha molte altre opportunità economiche e legami internazionali tramite Fiat Chrysler, Ferrero, Zegna. La Puglia non ha un'analoga situazione di sviluppo economico e di internazionalizzazione e ha la crisi dell'Ilva.
Questo gasdotto le apre nuove prospettive di sviluppo e di internazionalizzazione. La Tap lunga 870 km di cui 104 sotto il mare Adriatico, che inizia in Grecia a Kipoi, al confine con la Turchia, e attraversa l'Albania arrivando a san Foca nel Salento collega l'Italia con l'Azerbaijan, cioè con gli immensi giacimenti petroliferi del Caspio, alternativi quelle russi e ai Mediorientali. La Tap non passa né per la Russia né per l'Ucraina, aree con rischio di complicazioni politiche, perché a Kipoi in Grecia si collega al gasdotto Scp (South Caucasus Pipeline ) che traversa il Mar Caspio e va a Baku nell'Azerbaijan. Essendo uno dei corridoi energetici prioritari dell'Ue fruisce dei suoi finanziamenti agevolati. L' Italia attualmente paga il gas il 20% di più che la Germania, perché ha collegamenti meno facili e meno diversificati con i giacimenti di gas delle are circostanti. Il nuovo hub salentino genererà concorrenza nel nostro mercato del gas e ne favorirà la riduzione di prezzo in particolare nelle aree vicine.
L'opposizione degli ambientalisti è autolesionistica dal punto di vista ambientale ed economico. Le analisi di impatto ambientale del ministero hanno negato che la Tap generi un danno ambientale. Il ricorso della Regione al Consiglio di Stato è stato respinto perché il riesame ha confermato il giudizio delle autorità statali. Ora la Regione cerca di bloccare la Tap con un ricorso alla Corte Costituzionale basato non sul danno ambientale ma su una presunta violazione delle procedure riguardanti le competenze regionali. L'opposizione alla Tap in nome dell'ambiente è autolesionistica perché essendo il gas meno inquinante del petrolio, la sua sostituzione al petrolio migliora l'ambiente. Si tratta anche di autolesionismo economico perché la Puglia, con questo gasdotto avrà rilevanti vantaggi economici e occupazionali, sia nel periodo in cui si faranno i lavori, sia in quello successivo dato che potrà utilizzare questo gas nella produzione di acciaio all'Ilva, nelle imprese di lavorazione a valle, nelle altre sue attività.
Resta il presunto danno ambientale dell'abbattimento degli ulivi. Il programma iniziale prevede l'abbattimento di 230 ulivi, per quello complessivo il numero di piante è imprecisato. I No Tap sostengono che si tratta di 2mila alberi. Ma gli ulivi abbattuti vengono indennizzati. E il Salento ha la piaga della Xylella la cui diffusione si combatte diradandoli. L'indennizzo può esser utilizzato per piantare ulivi non contaminati o altre piante.
Quanto al danno al turismo a San Foca non si capisce in cosa possa consistere dato che i tubi passano sotto la superficie del mare e proseguono sotto la costa. Ma ai No Tap come ai No Tav non si può chiedere di ragionare, loro protestano contro il capitalismo e si sfogano contro polizia ed edifici in nome della decrescita felice.
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