Soros punta alle europee 2019. Ecco i 14 europarlamentari italiani "alleati"

Il magnate ungherese sfida Steve Bannon e la sua rete sovranista. Per farlo ha miliardi di dollari e centinaia di europarlamentari, fra cui 13 del Pd e una della lista Tsipras

Soros punta alle europee 2019. Ecco i 14 europarlamentari italiani "alleati"

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Egregio Direttore,
Spiace dover tornare su una vecchia bufala, ma il fatto che sia stata rispolverata da alcuni organi d’informazione-senza compiere i dovuti approfondimenti – ci costringe a precisare quanto segue: in data 28 Luglio 2018 il suo giornale, nella edizione online, ha pubblicato un articolo titolato “SOROS PUNTA ALLE EUROPEE 2019. ECCO I 14 EUROPARLAMENTARI ITALIANI ALLEATI” firmato da Renato Zuccheri che in realtà è una notizia falsa di tanto in tanto riciclata.

In primo luogo vogliamo affermare con nettezza che nessun deputato europeo del Pd, della lista o fuori di essa, ha alcun rapporto diretto o indiretto con il Sig. George Soros. Giova peraltro ricordare che al Parlamento Europeo l’attività di lobbying è rigorosamente disciplinata per assicurarne la necessaria trasparenza.

L’elenco a cui fate riferimento nell’articolo, è tratto da un rapporto di una società di consulenza indipendente redatto nel 2014 e riguarda membri appartenenti a 11 delle 20 commissioni legislative del Parlamento, ovvero alle loro sottocommissioni. Nonché a 26 delle 44 delegazioni internazionali ritenute d’interesse. Da tale appartenenza si sarebbe fatta derivare l’affidabilità o addirittura un opaco “rapporto di servizio”, con evidente malafede. Le informazioni riportate dallo studio della società di consulenza sono tutte pubbliche, rinvenibili dal sito del Parlamento europeo o da altri siti web, ivi compreso Wikipedia.

I dati sono peraltro superati: tra i nomi compaiono deputati non più in carica da molto tempo e non si tiene conto delle numerose variazioni della composizione delle commissioni nel frattempo intervenute.

I membri dell’elenco (226 in tutto) appartengono a cinque degli otto gruppi parlamentari, ossia: Sinistra Europea, Socialisti e Democratici, Verdi, Liberali e Popolari. Non sta a noi motivare tale scelta, ma pare abbastanza evidente che chi ha redatto lo studio abbia inteso escludere i gruppi euroscettici. Quanto alla presenza di molti deputati del centrosinistra è chiaro che ciò va ricondotto al risultato elettorale del 2014, che ha portato ad essere eletta una nutrita compagine di questo schieramento.

In conclusione ci preme sottolineare che è molto grave insinuare un rapporto “servizievole” tra gli eurodeputati e il signor Soros; la nostra attività si svolge in modo totalmente indipendente e libero, per cui non è accettabile una simile lesione della nostra reputazione.

Vi chiediamo dunque di voler provvedere, ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948, alla rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazione prevista dalla legge e con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce, comunicandovi che, in difetto, intraprenderemo le iniziative necessarie volte a tutelare la nostra reputazione personale e professionale.

Gli europarlamentari PD:
Patrizia Toia capo delegazione, Brando Benifei, Mercedes Bresso, Renata Briano Nicola Caputo, Silvia Costa, Andrea Cozzolino, Nicola Danti, Isabella De Monte, Elena Gentile, Roberto Gualtieri, Cecile Kyenge, Luigi Morgano, Pina Picierno, Gianni Pittella, David Sassoli, Daniele Viotti

Le elezioni europee del 2019 saranno decisive per il destino dell'Unione. E per questo, i grandi patrocinatori delle diverse visioni del continenti, hanno iniziato a tessere la la loro trama-. Due i principali leader "culturali"di questo scontro: George Soros e Steve Bannon. Uno, il potentissimo magnate ungherese naturalizzato americano, a guida di Open Society. L'altro, il creatore di Breitbart e leader della campagna elettorale che ha visto trionfare Donald Trump. I due americani guidano gli opposti schieramenti europei.

Bannon si pone nel solco dei movimenti sovranisti europei. Ha contatti con tutti e vuole trasferirsi nel Vecchio Continente per aiutare la sua idea di "internazionale sovranista" che sconfigga quella parte di mondo liberal che è stato l'obiettivo di Trump. Ma dall'altra parte, Soros può contare su una rete lobbistica che non ha eguali in tutto il continente.

Come scritto da Italia Oggi, la Open Society del magnate ungherese rappresenta uno strumento di propaganda e di lobby potentissimo ,in grado di influenzare notevolmente la politica europea. "Sulla home page del suo sito sono indicati, con encomiabile trasparenza, i vari settori nei quali si è impegnata nel 2017, spendendo 940,7 milioni di dollari. La fetta maggiore è andata alla «pratica democratica e diritti umani» (28%), seguita da: governance e progresso economico (17%), riforma della giustizia e stato di diritto (16%), uguaglianza e anti-discriminazione (14%), salute (10%), istruzione (8%), giornalismo e informazione (7%). A conti fatti, la Open Society di Soros è la seconda più grande fondazione filantropica degli Stati Uniti, dopo quella di Bill e Melinda Gates".

Obiettivi filantropici che non nascondono anche chiari obiettivi politici. La storica avversione verso il comunismo si è infatti oggi orientata verso il cosiddetto populismo. E Soros colpisce tutti i movimenti considerati affini a questa galassia. Le sue idee di società aperta, multiculturale e senza frontiere mal si conciliano col vento sovranista che spira sull'Europa. E per questo è già corso ai ripari. L'Europarlamento pullula di politici legati in qualche modo a Soros o che la sua Open Society considera "affidabili"e, come ricorda Italia Oggi, dall'elenco scoperto da un sito di controinformazione spuntarono i nomi di 14 italiani, di cui 13 del Partito democratico e una, Barbara Spinelli, nella lista Tsipras.

Gli altri nomi, come ricorda il sito, sono "Brando Maria Benifei, Sergio Cofferati, Cecile Kyenge, Alessia Mosca, Andrea Cozzolino, Elena Gentile, Roberto Gualtieri, Isabella Del Monte, Luigi Morgano, Pier Antonio Panzeri, Gianni Pittella, Elena Schlein, Daniele Viotti". Lega, Movimento 5 Stelle, Fratelli d'Italia e Forza Italia assenti da questa lista: nessuno dei loro europarlamentari risultava nell'elenco di persone ritenute "affidabili" da Open Foundation.

Ma avere Soros vicino non è detto che sia una garanzia di vittoria. In realtà, negli ultimi anni tutti i suoi amici hanno perso.

Hillary Clinton è un esempio eclatante, ma anche le sconfitte dei socialdemocratici in tutta Europa, Germania e Italia in testa, sono un segnale chiaro. La situazione è cambiato. E i miliardi della Open Society non sembrano avere grande effetto sull'elettorato europeo. Ma sono comunque dati da non sottovalutare.

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