Sorpresa, ai tedeschi il record di assenze. "Non paghiamo il primo giorno di malattia"

Il ceo di Allianz: "Risparmieremmo 40 miliardi all'anno". In Germania il doppio di certificati dell'Ue (e dell'Italia)

Sorpresa, ai tedeschi il record di assenze. "Non paghiamo il primo giorno di malattia"
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I nostri amici tedeschi devono smetterla, però, di smontare uno a uno tutti i nostri pregiudizi su di loro. Ai luoghi comuni ci si affeziona e non è confortevole vederli smentiti così «de botto».

Prendete la dedizione al lavoro. Vero che Aleksej Stachanov era sovietico (per meglio dire: ucraino) ma orsù: chi non penserebbe che nel Paese dall'economia più forte dell'Ue si lavori molto più che da noi? E invece esce fuori che la Germania è leader europea nello sport non olimpico di assentarsi dal lavoro per malattia. Ogni anno ciascun dipendente teutonico si concede in media un numero di giorni di riposto giustificati da certificati medici più o meno doppio rispetto alla media europea, che è di 8 giorni l'anno. In Germania invece nel 2023 i giorni di assenza sono stati in media 15,1, un dato che verrà stracciato nel 2024: i dati dei primi undici mesi parlano di 17,7 giorni «off», che potrebbero portare il dato annuo a superare i 20, considerando che dicembre è un mese di virus e di tentazioni festaiole. In Italia, per dire, nel 2023 la media è stata di 8,5 giorni. E chissà se è più nostra la sorpresa nel leggere queste cifre o la loro.

Il fatto è che questa epidemia di certificati ha un costo sociale non indifferente. Secondo da Oliver Bäte, ceo del gigante dei servizi assicurativi Allianz, i datori di lavoro tedeschi pagano ogni anno 77 miliardi di euro di stipendi per i dipendenti in congedo per malattia, a cui si assommano altri 19 miliardi versati dalle casse malattia, ciò corrisponde a circa il 6 per cento della spesa sociale totale. E allora lo stesso Bäte, con principio di realtà questo sì molto tedesco, invita a valutare la possibilità di non pagare ai dipendenti il primo giorno di malattia, ripristinando il cosiddetto «giorno di attesa». Basterebbe a far risparmiare 40 miliardi di euro all'anno ai datori di lavoro, del pubblico o del privato. I sindacati naturalmente non l'hanno presa benissimo. La Confederazione tedesca dei sindacati (Dgb) ha definito la proposta «profondamente ingiusta» e ha evidenziato un fenomeno del tutto opposto, quello del presenzialismo, per cui molti dipendenti lavorerebbero anche quando non stanno bene per spirito di servizio. Il sindacato Ig Metall ha definito «oltraggioso» accusare i dipendenti che prendono giorni di malattia: «L'economia tedesca non si riprende con i dipendenti malati, ma con migliori condizioni di lavoro».

Ma c'è anche chi sta dalla parte di Bäte. Il ceo di Mercedes, Ola Källenius, fa notare che «l'elevato numero di assenze per malattia è un problema per le aziende.

Se, a parità di condizioni di produzione, le assenze per malattia in Germania sono talvolta il doppio che in altri paesi europei, ciò ha conseguenze economiche». La locomotiva d'Europa traina anche una carrozza-ospedale.

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