Bisogna tenere altissima la guardia, ma l'Italia non è un paese finito sott'odio. I crimini contro le diversità non crescono, ma diminuiscono. Non è vero dunque che gli italiani sono sempre più «sputatori di professione» e non siamo ancora al Buio oltre la siepe e questo malgrado gran parte della rabbia riguardi proprio razzismo e xenofobia. Sono dati che vanno letti con attenzione, senza farsi prendere da entusiasmi (al contrario), ma nello stesso tempo segnalando che nel 2019 i reati d'odio sono inferiori rispetto a quelli del 2018. I numeri li ha raccolti e divulgati, ieri, l'Oscad, l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, un organismo interforze (Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri) che dal 2010 monitora e registra i reati denunciati presso le autorità, quelli che possono essere puniti perché coperti dal codice, e le segnalazioni di discriminazioni non coperti da norme. «Questo per arrivare a un numero che poi giriamo a Osce e che permette di accendere una luce» dicono i tecnici di Oscad. Si tratta quindi del migliore dato possibile che possiamo avere. E i dati sono i seguenti: rispetto al 2018, anno in cui sono stati accertati 1.111 reati, si certifica un'inversione di tendenza. Nel 2019 i reati sono infatti 969. Prima di tutto sono calate le aggressioni fisiche, oggi passate a 191 rispetto alle 205 dell'anno scorso. Va precisato che la fetta più consistente di questi crimini si riferisce a razzismo e xenofobia, comunque in calo. Tre reati su quattro sono di matrice razzista. È una categoria ampia che include discriminazioni di razza-colore, nazionalità e che tiene conto di manifestazioni di ostilità verso i popoli rom, sinti, ma anche verso musulmani, membri di religioni diverse e non per ultimo, rigurgiti di antisemitismo. È il fenomeno che più sta allarmando le democrazie e non solo la nostra (ieri è apparso in Francia uno studio simile che rivela come un ebreo su tre si senta minacciato).
Sono 161 invece le discriminazioni nei confronti dei disabili mentre 82 quelli per orientamento sessuale e identità di genere. Entrando nel dettaglio sono scesi gli attacchi contro i luoghi di culto (da 50 a 0) o le profanazioni di tombe (da 188 a 147). A commentare il report è stato il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, preoccupata dalla «banalizzazione» che a questo genere di reati, troppe volte, si accompagna. Per il ministro «oggi si discrimina in base alla razza, al colore della pelle, all'orientamento sessuale. Ma siamo nel 2020, è inaccettabile che una qualsiasi diversità sia fonte di discriminazione e che si debba nascondere il proprio essere per evitare di caderne vittima».
Sono le stesse convinzioni della senatrice a vita Liliana Segre, anche lei intervenuta in questa occasione: «L'odio è odio in tutte le sue forme e qualunque uomo di buona volontà dovrebbe combatterlo». Sempre troppo poco contro l'odio, ma anche usarlo porta a banalizzarlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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