Sos carceri, Nordio chiama Mattarella

Il decreto passa con 153 sì. Il Guardasigilli: "Soluzioni a breve e medio termine"

Sos carceri, Nordio chiama Mattarella
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Il via libera al decreto Carceri, poi l'incontro a palazzo Chigi per definire ulteriori e urgenti strategie d'intervento. Governo al lavoro sul sistema carcerario e sul miglioramento delle condizioni nei penitenziari. L'argomento è stato ieri al centro di una riunione tra il premier Giorgia Meloni e il guardasigilli Carlo Nordio (nella foto in alto) con l'obiettivo ci riferiscono fonti della maggioranza - di ragionare sulle prossime azioni da adottare, sia nell'immediato, sia in prospettiva. Presenti anche i ministri Tajani, Giorgetti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mantovano. «Ho prospettato al presidente Meloni soluzioni a breve e medio termine per il sovraffollamento carcerario. Chiederò un incontro al Presidente della Repubblica, che ha sempre manifestato grande attenzione al riguardo», ha dichiarato Nordio, sollecitando poi il centrosinistra ad assumere un atteggiamento costruttivo. «Auspico che l'opposizione, invece di polemizzare, possa collaborare fattivamente per rendere più veloce questo percorso che riguarda, sia a livello normativo che organizzativo, la modifica della custodia cautelare necessaria per evitare la carcerazione ingiustificata, ma soprattutto per affermare la detenzione differenziata dei tossicodipendenti presso le comunità di recupero», ha dichiarato l'esponente di governo. Parole arrivate al termine di una giornata contrassegnata dalle ennesime tensioni politiche prima del semaforo verde al «Carcere sicuro», con 153 voti favorevoli, 89 contrari e un astenuto. Ora il provvedimento diventerà legge, dopo che aveva già ricevuto l'approvazione del Senato: al suo interno, misure che semplificano le procedure e accelerano i tempi della burocrazia, ma anche disposizioni per migliorare le condizioni di vita dei detenuti, per favorire le alternative della pena in comunità e per l'assunzione di nuovi agenti. «Senato e Camera hanno portato avanti un grandissimo lavoro in questo ultimo mese. L'impegno collettivo ci ha consentito di portare a termine un compito complesso e di convertire tutti i decreti legge approvati dal governo», ha comunicato in una nota il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. La solerzia dell'esecutivo non è comunque bastata alla sinistra, che già nella mattinata di ieri aveva alzato gli scudi. «Servono risorse, investimenti, spazi e personale. Il governo è preso dalla sua furia punitiva», aveva attaccato Elly Schlein. Immediata la replica del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro: «Abbiamo ereditato una situazione disastrosa dalla sinistra. Segnalo che, mentre Schlein chiede astrattamente più trattamento, il governo ha saturato per la prima volta le piante organiche degli educatori, prima carenti. Segnalo che, mentre Schlein parla di agenti di polizia penitenziaria, il governo ha trovato le risorse per l'assunzione di oltre 7mila nuovi agenti. Segnalo che, mentre Schlein parla di edilizia penitenziaria, il governo Meloni ha stanziato oltre 250 milioni. La sinistra sa sempre cosa fare quando governano gli altri, ma se ne dimentica quando tocca a lei».

Intanto l'Associazione nazionale magistrati ha puntualmente alzato la voce. Nulla di inedito, si capisce. «Il provvedimento non affronta davvero un tema complesso e drammatico come quello della situazione delle carceri italiane.

Non cambierà in alcun modo le condizioni dei detenuti», ha a lamentato il presidente Anm, Giuseppe Santalucia (nella foto in basso). Ma l'esecutivo fa sul serio: l'incontro che Nordio chiederà a Mattarella ne è la conferma.

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