Su Facebook gestisce la pagina Diario di una Crohniana, dal nome della sua malattia e nella realtà è Micol Rossi, 28 anni compiuti il 10 dicembre, la Maria del Carnevale di Venezia. L'Angelo guerriero 2019, sceso dal campanile di San Marco. Guerriero in tutti i sensi. Dolce, forte, bionda, combattiva. Micol soffre da quando aveva 12 anni, di una malattia cronica all'intestino, la sindrome di Crohn, una malattia che le causa disagi sul lavoro e la costringe a passare giornate negli ospedali. A spese proprie. Uno screening per assumere un farmaco le è costato 110 euro. Senza che la malattia sia riconosciuta. Perché per questi malati invisibili, invisibili agli occhi dello Stato, l'unico modo è farsi sentire. Anche con i social. E infatti lei nella sua pagina, che conta 16929 followers, racconta la sua malattia, la narra, la spiega, come un diario, ne rende partecipe il pubblico, condivide visite e terapie. Lancia messaggi di speranza. Il giorno del compleanno con un un video ha chiesto aiuto agli organi dello Stato. A Mattarella, a tutti.
«Oggi è il mio compleanno - ha scritto - e ho un unico desiderio: essere ascoltata». Perché in questa malattia non ci sono esenzioni. Non ci sono cure per guarire. «Le Mici (malattie infiammatorie croniche intestinali, ndr) spiega - sono autoimmuni, croniche, significa che le avremo per tutta la vita. Non esiste una cura al momento. Sono invisibili dall'esterno. Non si vede se la persona sta soffrendo. Sono ancora poco conosciute causando per questo bullismo, discriminazione, emarginazione». Una malattia che le causa febbre, crampi all'addome, ulcere, perdite di sangue, problemi dermatologici. Anche artriti: per un periodo non è riuscita a camminare. «Quello che denuncio - spiega Micol al Giornale - è che tantissimi farmaci dobbiamo pagarli, molti soldi, a partire dai semplici antibiotici. L'assegno che ho (di 285 euro mensili, ndr) non riesce a coprire le spese. Ho problemi anche al lavoro, non mi hanno rinnovato il contratto dopo 6 mesi, anche se ero assunta con categoria protetta. Il punto è che si può solo sfiammare, e con i farmaci che prendiamo siamo sempre rischio».
L'appello è per avere la malattia riconosciuta. Micol lavora a un progetto, che rientra nel più ampio Dream Warriors: il primo evento è all'ospedale Sant'Orsola il 20 dicembre, per dare la possibilità a malati come lei di lavorare da casa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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