Sospensione negata. Domani la sentenza su Stormy Daniels

Il giudice Juan Merchan, giudice di primo grado a New York, ha finora respinto ogni richiesta di Trump di fermare la condanna

Sospensione negata. Domani la sentenza su Stormy Daniels
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Non sarà un insediamento comune quello di Donald Trump alla Casa Bianca. Non solo per la natura quantomeno eccentrica del personaggio ma anche per iguai giudiziari che il tycoon si porta appresso. Il Presidente eletto degli Stati Uniti è tornato a chiedere, per il momento senza successo, alla Corte Suprema di sospendere la condanna nel caso della pornostar Stormy Daniels, per cui è stato condannato da una giuria e attende solo i dettagli della sentenza.

Secondo quanto riferito della Cnn si tratta di una richiesta del tutto insolita «che si basa in parte sulla decisione della Corte dell'anno scorso di concedergli ampia immunità da procedimenti penali». L'appello d'urgenza di Trump è arrivato un giorno dopo che una Corte d'appello statale di New York ha respinto la sua richiesta di rinviare la sentenza, che fisserà l'entità della pena, prevista per domani, pochi ginrni prima dell'insediamento ufficiale. Non certo un bel biglietto d visita per il ritorno alla Casa Bianca. La pausa è necessaria, hanno detto gli avvocati di Trump alla Corte, «per impedire gravi ingiustizie e danni all'istituzione della presidenza e alle operazioni del governo federale».

Il giudice Juan Merchan, giudice di primo grado a New York, ha finora respinto ogni richiesta di Trump di fermare la condanna. Merchan ha fatto sapere che Trump non dovrà affrontare alcuna sanzione legale e che non dovrà andare in cella anche se rischiava una condanna a quattro anni di cella. Ma allo staff legale del tycoon non basta. «La Corte dovrebbe ordinare un immediato stop di ogni altro procedimento del processo per impedire una grave ingiustizia e danno all'istituzione della presidenza e le operazioni del governo federale», hanno scritto i legali del presidente eletto che hanno chiesto l'annullamento della condanna e l'archiviazione del caso, sulla base della sentenza della Corte Suprema sull'immunità e l'elezione del tycoon. «La storica decisione della Corte Suprema sull'immunità, la Costituzione e la giurisprudenza, obbligano ad archiviare immediatamente questa truffa senza basi legali», ha detto il portavoce di Trump Steven Cheung.

Trump è stato condannato a maggio, ritenuto colpevole di tutti i 34 capi di imputazione a suo carico, per aver falsificato i registri aziendali in merito ai pagamenti al suo avvocato di allora, Michael Cohen, per rimborsare un pagamento di 130.000 dollari per il silenzio della star di film per adulti Stormy Daniels in modo dar impedirle di parlare di una presunta relazione prima delle elezioni del 2016. Trump ha più volte negato la relazione ma Merchan ha confermato la condanna di Trump la scorsa settimana respingendo l'ennesima istanza di archiviazione.

«Accantonare il verdetto della giuria minerebbe lo stato di diritto in modo incommensurabile», ha scritto il giudice. «Questo attacco politico illegittimo non è altro che una farsa truccata», la replica del tycoon. La partita sembra quasi chiusa, la polemica invece è ancora aperta.

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