Hanno le occhiaie di chi ha passato una notte insonne, ma i visi illuminati dal sorriso, le persone che nel pomeriggio di giovedì, sono rimaste bloccate sul tratto francese della cabinovia Panoramic gestita dalla francese Compagnie du Mont Blanc e lì hanno trascorso la nottata, al freddo e al buio, a quasi 4mila metri d'altezza. In tutto erano 34, tra turisti e soccorritori e all'alba di ieri sono scesi lentamente, alla stazione italiana della SkyWay di Courmayeur, a pochi metri dal tunnel del Bianco, dove sono arrivati dopo che i tecnici hanno riparato il danno che ha bloccato la telecabina, che cosi è ripartita e scesa a valle. Un guasto, quello sulla funivia della Vallée Blanche, che pare sia stato provocato dall'accavallamento di due cavi, forse per il forte vento e quando ciò accade i sistemi di sicurezza sono predisposti per interrompere immediatamente la circolazione degli «ovetti». In questo caso la difficoltà è stata rappresenta dalle condizioni meteo, che a un certo punto hanno impedito agli elicotteri di alzarsi, anche a quelli francesi abilitati al volo notturno.
Una ventina di persone che si trovava più vicino alle stazioni, sono state calate con le funi e accompagnate dagli uomini del soccorso alpino ai rifugi. Ma per chi si trovava a metà dei cinque chilometri di tragitto, dove l'altezza tra le cabine e il ghiacciaio arriva a 300 metri, le operazioni di recupero sono state impossibili. Gli ultimi passeggeri intrappolati, quindi, non sono più stati recuperati con gli elicotteri o calati con le funi sul ghiacciaio, come era accaduto con le persone soccorse nella sera e nella notte di giovedì - un centinaio, circa - ma semplicemente sono scesi alla stazione più vicina: chi sul versante francese dell'Aiguille du Midi, chi - circa diciassette - al rifugio Torino e da lì sulla SkyWay fino a Courmayeur.
Ad attendere i turisti dopo la nottata sospesa nel vuoto, tra cielo e monti, ambulanze e barelle, delle quali, però, si è fatto fortunatamente a meno. «Sembra incredibile, negli anni Duemila rimanere bloccati per ore - racconta Franco Perrone -. Ma siamo stati assistiti benissimo, un gendarme è stato per tutto il tempo con noi. Abbiamo avuto un po' freddo, la temperatura era intorno allo zero, ma c'erano coperte e tutto sommato è andato per il meglio. Ieri abbiamo avuto l'idea di fare questa gita che si è prolungata un po' troppo», conclude ironicamente il signor Perrone.
Non è certo stato facile trascorrere la notte sospesi nel vuoto ma per resistere i passeggeri hanno messo in atto le loro personali strategie, come il ligure Luigi Ossola, sulla funivia con un amico, che con un sorriso spiega: «Ci siamo fermati nel punto più alto, avevamo 300 metri sotto di noi. Guardavo giù, vedevo il ghiacciaio. La cabina si è fermata lentamente, senza strappi. Ma eravamo tranquilli, dovevamo esserlo per forza, perché insieme a noi c'erano i nostri figli». Ossola dice di aver capito che il fermo era dovuto ad una cosa seria dopo che «ho visto qualche metro più in là le corde accavallate. Non c'era vento, era una giornata stupenda e noi eravamo nel punto più alto e stavamo rientrando a Punta Helbronner quando la cabina ha rallentato fino a fermarsi». Ad attenderli a Courmayeur le mogli, forse più spaventate di loro: «Non nego che la paura c'è stata - conclude il turista ligure - ma possiamo raccontare di un viaggio speciale proprio nell'ultimo giorno di vacanza».
Finito l'incubo, tra i turisti c'è anche chi ha saputo trovare il lato più
positivo dell'avventura: «Stare lassù, è stata una meraviglia nonostante i disagi - spiega con entusiasmo uno dei passeggeri -. Credo di essere stato il primo ad avvertire dell'incidente, i soccorritori sono stati eccellenti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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