Sospeso il Consiglio dei Ministri: niente accordo sul contributo di solidarietà

Salta la proposta battuta da Draghi in mattinata: il contributo di solidarietà dai rettiti Irpef sopra i 75mila euro non trova l'accordo di centrodestra e Italia Viva. A favore Pd, LeU e M5s, Lo stop in Cdm

Sospeso il Consiglio dei Ministri: niente accordo sul contributo di solidarietà

Niente accordo tra le forze di maggioranza sul taglio delle tasse. A dividere il governo Draghi, durante il consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, è stato il contributo di solidarietà per il 2022 per i redditi Irpef sopra i 75mila euro di cui si era parlato poche ore prima durante la cabina di regia tenuta con i capidelegazione. L'idea avanzata dai sindacati e portata avanti dal presidente del Consiglio era di esludere le fasce di reddito più alto dal taglio in fase di studio per liberare i 248 milioni di euro da impiegare contro il rincaro delle bollette come si era ipotizzato in mattinata. Il contributo extra, però, non ha trovato il via libera dei partiti di centrodestra (Forza Italia e Lega) e di Italia Viva. Pd, Cinque Stelle e LeU, invece, erano favorevoli.

La rottura in Consiglio dei ministri

Un altro elemento che ha favorito la rottura e la sospenione del Consiglio è la decontribuzione (riduzione dell'importo dei contributi previdenziali) di 1,5 miliardi una tantum che, nel patto tra partiti raggiunto al Mef la settimana scorsa, avrebbe riguardato i lavoratori dipendenti sotto i 47mila euro di reddito. In queste ore invece, anche a causa delle "barricate" erette dai sindacati, si sta ragionando di far scendere l'asticella dai 35mila euro di reddito in giù, restringendo la platea dell'intervento per favorire le fasce più deboli. La notizia è stata fornita dall'Adnkronos al termine del Cdm. La decisione va quindi nella direzione indicata dai sindacati, che avevano chiesto a gran voce un intervento sulle fasce più deboli.

Cosa era successo poche ore fa

Poche ore prima, come accennato, Draghi aveva tentato la carta del contributo di solidarietà che avrebbe coinvolto circa un milione di contribuenti, in pratica il 2,43% del totale, con reddito sopra i 75mila euro per ammorbidire i rincari bollette di luce e gas che nel 2022 costeranno oltre tremila euro a famiglia. Alcuni partiti, però, si sono subito opposti con fermezza parlando di nuova patrimoniale come aveva detto Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore nazionale di Forza Italia. "Il governo studia un contributo di solidarietà per il taglio delle bollette? Se deve essere una patrimoniale ci piace poco, non siamo affatto d'accordo", ha affermato alle agenzie al termine della riunione dell'Udc a Roma.

Gli altri temi di scontro

Il dibattito ha visto le forze politiche contrapporsi anche sull'ipotesi di Draghi che prevedeva il "congelamento" del taglio dell'Irpef per i redditi oltre i 75mila euro per uno o due anni con un incremento di 280 milioni di euro da destinare al fondo ma anche la discussione sul taglio dei contributi una tantum per i lavoratori sotto i 35mila euro, attingendo dai risparmi ricavati della riforma di Irpef e Irap. Come riporta Repubblica, all'intervento sarebbe stato destinato circa un miliardo e mezzo.

La soddisfazione della Lega

Non tutto è andato male: la Lega, ad esempio, ha espresso "soddisfazione per altri 300 milioni che il governo ha deciso di recuperare da risparmi di spesa", senza toccare patrimoni, risparmi e lavoro "e che serviranno

a calmierare gli aumenti delle bollette di luce e gas. In parlamento la Lega chiederà di fare ancora di più, recuperando risorse dagli sprechi del Reddito di Cittadinanza", come hanno riferito fonti del Carroccio.

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