Sospetti di corruzione e seggi in vendita. Per Johnson i guai non finiscono mai

Un deputato accusato di fare affari sulla pelle dei malati e titoli promessi solo a chi finanzia il partito. Così Boris tocca i minimi

Sospetti di corruzione e seggi in vendita. Per Johnson i guai non finiscono mai

Sul governo conservatore britannico piovono accuse dì corruzione e a farne le spese è proprio il suo leader Boris Johnson. Mentre l'esecutivo preme sull'acceleratore del terzo vaccino di rinforzo per evitare di dover imporre nuove restrizioni proprio nel periodo natalizio, un'ondata trasversale di sdegno sta attraversando il Parlamento a causa delle azioni recenti portate avanti da BoJo e compagnia. Il maldestro tentativo (conclusosi con l'ennesima marcia indietro) di proteggere il deputato Owen Paterson da accuse di lobbismo e di conflitto d'interessi per conto di due aziende di cui era prezzolato consulente, ha aperto una voragine di critiche non solo da parte delle forze d'opposizione.

Molti membri conservatori, tra cui l'autorevole ex premier John Major, hanno ritenuto un inaccettabile e vergognoso attacco al sistema democratico la volontà - neppure tanto nascosta - di nascondere la polvere sotto il tappeto votando una riforma della commissione indipendente per gli standard di condotta parlamentare che di fatto la svuoterebbe di ogni efficacia. Ma il caso Paterson non è grave soltanto per la scorrettezza delle azioni compiute dal deputato, delle quali non sarebbe dì certo difficile trovare esempi avvenuti negli ultimi decenni. È grave perché va a toccare la protezione della salute durante la pandemia. Sempre l'Observer spiega che Paterson era pagato più dì 8mila sterline al mese per un contratto dì 16 ore dì consulenza dalla Randox Laboratories. L'azienda si era già assicurata due contratti per 480 milioni dì sterline per i tamponi anti-Covid lo scorso anno senza dover partecipare ad alcuna gara pubblica. La compagnia ha negato ogni coinvolgimento diretto dì Paterson che però il 9 aprile 2020 aveva avuto una riunione telefonica congiunta con Randox e l'allora ministro della salute Lord Bethell. «Ci vuole una bella faccia dì bronzo a concedere un contratto a una società che aveva già dovuto ritirare 750mila kit dì tamponi non sicuri e non era riuscita a fornire quelli promessi alle case dì cura», ha detto sabato il numero due dei laburisti Angela Rayner.

Agli inglesi non piace affatto sentirsi presi in giro quindi, dopo la bagarre scoppiata a Westminster, l'ultimo sondaggio dì opinione per l'Observer ha rivelato che i consensi dell'opinione pubblica nei confronti del partito dì maggioranza sono precipitati. In particolare, quelli del premier hanno toccato il minimo storico passando da 20 a 16 punti.

E siccome le disgrazie arrivano tutte insieme, ieri un'inchiesta del Sunday Times e dì Open Democracy ha rivelato che ai facoltosi supporter del partito di governo sembrano essere stati garantiti dei posti alla Camera dei Lord, nel caso siano disposti ad assumersi temporaneamente il ruolo di tesoriere e di incrementare le loro donazioni fino a 3 milioni di sterline. Negli ultimi vent'anni, spiega il Times, a tutti e 16 tesorieri era stato offerto un seggio alla Camera dei Lord. La solita storia delle onorificenze in cambio dì donazioni, devono aver pensato in molti, è uno scandalo di cui poi ci si dimentica.

Quello che forse gli elettori non dimenticheranno è la differenza che passa tra «vendere» un semplice «cavalierato» delle Guardie della Regina e garantire invece un posto alla Camera, inquinando di fatto il corretto svolgimento del processo legislativo dì ogni riforma. Chi l'ha fatto ne era consapevole, ora lo sa anche la gente.

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