Nasce una nuova figura, l'assistente materna, che accompagnerà le neomamme nei primi sei mesi di vita del bambino, aiutandole a sentirsi meno sole nell'affrontare le problematiche che la nascita di un figlio porta con sé. Una professione che esiste già in Francia e nei Paesi nordici. Per il 2024 il governo sta pensando di stanziare una cifra compresa tra i 100 e i 150 milioni di euro.
Si tratta di un servizio che dovrebbe porre rimedio alla cronica mancanza di consultori familiari, pochi e dislocati in modo disomogeneo sul territorio, compensando quella rete parentale fatta di nonne, zie e sorelle maggiori che dispensavano consigli pratici e che nel tempo si è lacerata, soprattutto nelle grandi città. E allo stesso tempo alleggerire il carico sanitario, evitando che le famiglie si rivolgano ai pediatri anche per problemi non medici che una figura competente in materia potrebbe aiutare a risolvere tra le mura domestiche. La professionista in questione avrà un rapporto personale diretto con le madri, non solo rispondendo al telefono o con videochiamate, ma anche andando direttamente a casa delle donne in difficoltà per rispondere ai tanti piccoli quesiti che per una mamma alle prime armi possono rappresentare un problema insormontabile - da come si allatta, a come si fascia e si fa il bagnetto, a come ci si deve comportare se il piccolo piange senza sosta, se ha il singhiozzo o non ne vuole sapere di dormire - provocando un senso di inadeguatezza che talvolta può sfociare nella sindrome depressiva post partum. Un fenomeno che troppo spesso è all'origine di terribili tragedie, come dimostrano i dati degli infanticidi: 268 dal 2010 al giugno del 2022, a quando risale l'ultima fotografia del fenomeno fatta dall'Eures. Drammi che continuano a riempire la pagine di cronaca. L'ultimo episodio a luglio scorso, quando a Voghera una mamma che soffriva appunto di depressione post partum e che i familiari cercavano per quanto possibile di non lasciare mai sola ha strangolato il suo bimbo di un anno. Se ci fosse già stata la figura dell'assistente materna forse non sarebbe successo, magari quella donna avrebbe trovato l'aiuto di cui aveva bisogno e non si sarebbe trasformata in un'assassina. Non sarà una figura sanitaria come sono le ostetriche, le infermiere o le puericultrici e non avrà bisogno di una laurea. Basterà un corso di formazione della durata di sei o nove mesi che fornirà le competenze necessarie per offrire il supporto necessario alle neomamme, evitando loro di andare troppo spesso dal pediatra per problemi non medici ed anche di intercettare eventuali disagi psicologici. Le modalità operative saranno in parte stabilite con le Regioni: per ora l'idea è un servizio a richiesta delle mamme che disporranno di una ventina di ore per i primi tre mesi dalla gravidanza estendibili fino a sei mesi.
L'obiettivo è di avere tre assistenti materne ogni 20mila abitanti, quindi il numero delle mamme supportate varierà a seconda dei territori. Già nella nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza esaminata ieri dal Consiglio dei ministri c'è stato un primo riferimento alla proposta che vedrà la luce o in legge di bilancio o nel collegato alla legge di bilancio.
Novità non solo per le mamme, ma anche per le giovani coppie arrivano dal Consiglio dei ministri di ieri: è stata prorogata al 31 dicembre 2023 la possibilità di richiedere
l'accesso alle garanzie statali per l'acquisto della prima casa, estese fino all'80 per cento del capitale, a favore di giovani di età inferiore a 36 anni e delle giovani coppie con Isee non superiore a 40mila euro annui.
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