Gli "spacciatori" giallorossi portano la cannabis in casa

Passa il testo votato da Pd, M5s, Leu e +Europa: sì alla coltivazione domestica. No di Fi, Lega e Fdi. Iv astenuta

Gli "spacciatori" giallorossi portano la cannabis in casa

Partito democratico e Cinquestelle regalano 4 piantine di canapa indiana a famiglia. Con un provvedimento accolto in commissione Giustizia alla Camera si dà il via libera al testo base che depenalizza la coltivazione della cannabis casalinga. Solo piantine femmine però, quelle dalle infiorescenze ricche di cannabinoidi. E che sia il preludio alla liberalizzazione della marijuana è l'accusa pesante che muove il centrodestra ai giallorossi. Però secondo il presidente della commissione Giustizia, il pentastellato Mario Perantoni «La coltivazione in casa di canapa è fondamentale per i malati che ne devono fare uso terapeutico e che spesso non la trovano disponibile oltre che per combattere lo spaccio ed il sottobosco criminale».

Un risultato sulla scia del pronunciamento, ad aprile scorso, della Cassazione che però, non ha convinto, ora come allora, il centrodestra che ha votato un «No» corale, escluso l'azzurro Elio Vito. Quanto a Italia viva, il partito di Renzi si è astenuto. Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia hanno espresso il loro dissenso unanime assieme a Coraggio Italia di Toti e Brugnaro, considerando il provvedimento un incentivo all'utilizzo della marijuana soprattutto nelle giovanissime generazioni. Per Forza Italia, contraria da sempre alla legalizzazione di qualsiasi tipo di droga, come hanno dimostrato i governi Berlusconi: «Il cosiddetto testo base di fatto liberalizza l'uso della cannabis, nulla ha a che fare con l'utilizzo terapeutico, ma apre la strada alla legalizzazione». Ma emergono anche altre criticità al percorso del Ddl. «In questo modo, si aggrava ulteriormente l'emergenza sociale che, già oggi, vede l'Italia al primo posto in Europa per uso di cannabis tra i 15enni, al terzo nella popolazione generale. Chi pagherà gli altissimi costi sociali e sanitari di tale deriva permissivista?», è la domanda retorica che si pongono le deputate Carolina Varchi e Maria Teresa Bellucci di Fratelli d'Italia cui fa eco la Lega che rivendica non solo il provvedimento «Droga zero» di cui è promotrice ma esplicita per bocca del senatore Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama, che: «La soluzione al problema non è la depenalizzazione, ma l'incremento delle pene, anche nei confronti dei piccoli spacciatori. Le istituzioni devono dare messaggi giusti, senza complicità con una cultura di solitudine e morte. La proposta di legge della Lega c'è ed è chiara, depositata al Senato e alla Camera. Ripartiamo da quella».

E per Matteo Salvini: «Se Ius Soli, Ddl Zan e oggi la coltivazione della cannabis in casa sono le priorità di Pd e Cinquestelle al governo, l'Italia ha un problema». Per il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia): «Quel testo è carta straccia, non passerà mai. Parte da tesi sbagliate che saranno sconfitte in commissione, a Montecitorio e al Senato taglia corto -. È lontano da tante comunità laiche e cattoliche». Una spinta obbligata al testo base arriva da Rita Bernardini del Partito Radicale che ostentando una sicumera vittoriosa racconta di coltivarla in casa da sempre e di non essere mai stata arrestata. Tutto il contrario per Fabio Rampelli (FdI) che polemizza: «All'Italia in crisi economica e sanitaria, nell'impossibilità di fornire soluzioni credibili ed efficaci la maggioranza offre canne per tutti.

La parola d'ordine è dimenticare e non c'è niente di più efficace di una selva di spinelli consumati senza la pena di doversi andare a procurare droga dai pusher, principio elementare dell'autoconsumo». E il 18 settembre è prevista una prima mobilitazione per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla legalizzazione della cannabis. Un altro sasso nello stagno per Parlamento e governo.

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