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Spagna, Germania e America: le piazze dei "no-mascherina"

Madrid, in migliaia contro la "dittatura" delle protezioni. È solo l'ultimo di tanti cortei. Tra cori e slogan complottisti

Spagna, Germania e America: le piazze dei "no-mascherina"

Nella storia non c'è solo Madrid. Prima, molto prima, sono stati i ribelli di San Francisco. La Anti-Mask League era arrabbiata esattamente come gli spagnoli e i berlinesi e gli americani di oggi. Era il 1918 e la spagnola era arrivata anche negli Stati Uniti. Non esisteva il vaccino e i governi non sapevano bene come proteggere la popolazione. Andavano per tentativi e buon senso, e imponevano le stesse regole contemporanee: lavarsi spesso le mani, restare distanti e indossare la mascherina. Ecco. Così come oggi, anche allora la mascherina scatenava i peggiori pensieri. Si assomiglia molto la gente che riempie queste piazze. Li separa più di un secolo eppure le convinzioni sono rimaste granitiche. Convinti che l'ordine di indossare una protezione nasconda un piano oscuro, un complotto da cui difendersi, affari loschi di case farmaceutiche. I no mask che sfilano oggi, i non vacuna, no mascarilla, no al vaccino, no alla mascherina con le scritte libertà, mentira, miedo, bugie e paura sono animati da quell'identico vecchio sospetto che aveva acceso le piazze di San Francisco, bombardato da lettere di protesta. «Richiedere alle persone di indossarle è incostituzionale». Protestato contro le uniche due misure di prevenzione che abbiamo a disposizione contro l'epidemia. La mascherina, in attesa della vaccinazione.

Ma se negli Stati Uniti il presidente Trump ha ammorbidito la sua ostilità all'uso delle mascherine per ridurre la trasmissione del coronavirus, in altre nazioni quella linea «negazionista» è ancora un modello. Basta guardare il Brasile di Bolsonaro ad esempio, (in Italia ci ha provato Salvini ma i seguaci restano fortunatamente una minoranza). Alla manifestazione di domencia a Madrid contro la «dittatura» della mascherina c'erano anche le bandiere blu del «Keep America Great». Al grido di «Libertà!», una folla si è radunata sotto un'enorme bandiera spagnola gialla e rossa nella Plaza Colon, nel centro della capitale, in risposta agli appelli sui social media, con cartelli come «Il virus non esiste», «Le maschere uccidono» e «Non abbiamo paura». E fa niente che i numeri continuano a salire, i teorici della cospirazione, libertari e oppositori delle vaccinazioni, sfilano senza protezioni, orgogliosi di infrangere la legge. A sostenere la piazza anche Miguel Bosé che sui social ha richiamato i suoi fan «alla resistenza». Lui che ha perso la madre di Covid, già a giungo scorso, con un lungo thread, l'artista ha fatto eco alle teorie del complotto che sostengono che il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, sia complice di un piano promosso da Bill Gates: approfittando delle notizie sul coronavirus, ai loro occhi una falsa pandemia, si vorrebbe impiantare un microchip attraverso un vaccino altrettanto fraudolento con cui controllare la popolazione del pianeta. I partecipanti hanno firmato un manifesto «contro la falsa pandemia», nel quale viene anche negata la possibilità di trasmissione del virus da parte degli asintomatici.

Settimana scorsa a Berlino è andata in scena una manifestazione anti restrizione che ha attirato teorici della cospirazione e populisti di destra.

La protesta è nata dall'associazione «Iniziative Querdenken» (iniziativa pensiero trasversale), ma anche alcune organizzazioni neonaziste avrebbero lanciato appelli alla partecipazione. Forti dei loro principi democratici, ai malcapitati che indossavano la protezione naso-bocca i manifestanti intimavano: «via le mascherine!».

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