Il segnale, senza dubbio, è inquietante. Perché inquietanti sono due precisissimi colpi di pistola contro un'auto nel parcheggio di un'azienda di pelletteria, la Ab Florence di Scandicci. E perché quell'auto, una Mercedes, non è di un mister x qualunque, ma dell'imprenditore Andrea Bacci, amico, anzi di più, della famiglia Renzi, già socio di papà Tiziano nella Party, già autore della ristrutturazione della villa di famiglia di Pontassieve, già papabile amministratore delegato - era proprio un anno fa - di Telecom Sparkle, la controllata che posa milioni di chilometri di cavi in fibra per internet e comunicazioni. Insomma, un fedelissimo dell'ex premier.
L'intimidazione è avvenuta un pieno giorno. La Mercedes si trovava nel piazzale dell'azienda, vuota. Bacci non era in azienda, si trovava a Parigi. I due colpi di pistola hanno preso in pieno i finestrini, mandandoli in frantumi. Immediato l'intervento delle forze dell'ordine e della scientifica, che ha eseguito i rilievi. Sulla vicenda la procura di Firenze guidata da Giuseppe Creazzo ha aperto un fascicolo. Ma sulla valenza intimidatoria del gesto sembrano esserci pochi dubbi. «Tranquillo non sono - ha commentato Bacci al sito Luccaindiretta - ma supereremo anche questa».
Un amico dei Renzi, Bacci, sin dagli anni '90. Affari a parte, tramite le rispettive società, con papà Tiziano, è con l'ascesa politica di Matteo che Bacci conquista la ribalta pubblica: Renzi presidente della Provincia di Firenze lo nomina nel cda della centrale del latte fiorentina, la Mukki. Renzi sindaco di Firenze lo designa alla presidenza della Silfi, la società che cura a Firenze l'illuminazione pubblica, e lo arruola anche nella Florence multimedia, la società partecipata che si occupa di comunicazione. Renzi premier lo voleva ad di Telecom Sparkle, anche se poi non se ne fece nulla. Ed è proprio per lo stretto legame con l'ex premier e la sua famiglia che l'intimidazione appare piuttosto pesante.
Un imprenditore con la passione per il calcio, Bacci. È infatti presidente ella Lucchese, da lui risollevata sino a raggiungere la Lega Pro. Un grande amico dei Renzi e che però, per ora, è nei guai. Bacci è infatti indagato, con altre sei persone, in un'inchiesta in materia economica che contesta a vario titolo false fatture e ricorso abusivo al credito. L'imprenditore è sotto inchiesta in quanto amministratore di una società di costruzioni, la Coam di Rignano, per ora in procedura fallimentare. Proprio quella Coam a cui Renzi, alla fine del 2004, affida la ristrutturazione della villa di famiglia di Pontassieve.
Quando la storia della casa ristrutturata finì sui giornali lui minimizzò: «Siamo amici da una vita», disse a Panorama a proposito di Renzi, smentendo anomalie nel pagamento dei lavori. All'epoca la società era solida. Adesso invece è crollata, tanto che è stata avviata una richiesta di concordato per il fallimento. Ora questa intimidazione, nell'azienda di pelletteria, il suo fiore all'occhiello.
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