Il vestito rosso, l’acero, la spada: Carlo difende il Canada contro Trump

La royal family avrebbe inviato dei segnali in codice a Donald Trump, che minaccia di annettere il Canada agli Stati Uniti d’America

Il vestito rosso, l’acero, la spada: Carlo difende il Canada contro Trump

Carlo III vorrebbe diventare il mediatore fra Trump e Zelensky nella guerra in Ucraina che dura da ormai tre anni. Da una parte ciò implica la violazione della neutralità politica mantenuta di solito dalla royal family. Dall’altra, però, presuppone che Sua Maestà mantenga una certa imparzialità nei confronti dei contendenti. Una situazione per nulla semplice. A complicare gli equilibri già fragili ci sono le mire espansionistiche del presidente Trump, che vorrebbe annettere il Canada, un reame del Commonwealth, agli Stati Uniti. Secondo gli osservatori reali Carlo III non sarebbe rimasto in silenzio ma, ricordando l’esempio dalla regina Elisabetta, avrebbe reso note le sue posizioni attraverso dei segnali indiretti, una sorta di linguaggio in codice che formalmente mantiene intatta la neutralità dei reali ma, di fatto, esprime il loro pensiero in maniera quasi inequivocabile.

Cinquantunesimo Stato?

“Non abbiamo bisogno delle loro auto, della loro energia, del loro legname”, ha dichiarato Donald Trump, citato da Adnkronos, riferendosi al Canada durante un incontro alla Casa Bianca con il Segretario Generale della Nato Mark Rutte, lo scorso 13 marzo. Il presidente ha poi sostenuto la sua tesi, molto discutibile sia nel proposito, sia nei modi in cui è stata presentata, di annessione della nazione nordamericana: “Il confine è una linea artificiale…non ha alcun senso. Il Canada sarebbe perfetto come Stato”.

La risposta canadese non si è fatta attendere. Il nuovo primo ministro del Paese, Mark Carney, insediatosi lo scorso 14 marzo, ha fermamente respinto l’idea di Trump, bollandola come “folle”, riporta Fox News e sottolineando: “Mai, in nessuno modo…saremo parte degli Stati Uniti”.

Inoltre Trump ha imposto al Paese dei dazi del 25% su acciaio e alluminio, come spiega la Bbc, minacciando anche di far “chiudere l’industria dell’auto canadese”. Mosse che fanno parte di una vera e propria guerra commerciale ben più ampia, che coinvolge anche Europa e Cina. Il Canada fa parte del Commonwealth, è una monarchia parlamentare e riconosce come Capo di Stato Re Carlo III.

Sua Maestà non può schierarsi apertamente contro il presidente statunitense in nome dell’imparzialità politica, ma soprattutto se spera di avere un ruolo di pacificatore fra Stati Uniti e Ucraina ed essere così ricordato come un sovrano diplomatico. D’altro canto, però, il silenzio potrebbe non essere la risposta più adeguata di fronte all’irruenza di Donald Trump. Per questo il Re avrebbe scelto una via di mezzo, quella del messaggio implicito tanto cara a Elisabetta II.

Messaggi ambigui

Di solito, quando era necessario far capire la sua linea di pensiero agli interlocutori e al mondo intero, la regina Elisabetta usava pochi segnali in codice, talvolta raggruppati in un solo evento pubblico e molto spesso concentrati unicamente sulla sua persona. Messaggi espressi in modo sottile ed elegante, senza parole, di frequente attraverso abiti e gioielli, ma abbastanza potenti da essere compresi anche dai più distratti.

Come dimenticare, per esempio, il cappello blu con fiori gialli che Elisabetta indossò all’apertura del Parlamento nel 2017 e che molti interpretarono come un omaggio all’Unione Europa dopo il referendum sulla Brexit. Oppure la spilla a forma di fiore da 14 carati regalata da Obama nel 2011 e sfoggiata proprio durante la visita di Trump nel 2018, come ricorda l’Independent. Per la verità, durante la permanenza del presidente, la Regina scelse anche la Palm-Leaf Brooch, che la Regina Madre aveva indossato al funerale del marito, Giorgio VI (dunque in un momento di grande tristezza) e la Sapphire Brooch donata proprio dal Canada nel 2017.

La peculiarità di questo codice royal era il mistero, l’ambiguità su cui veniva costruito: i segnali apparivano chiari, eppure rimaneva il dubbio: la Regina avrà davvero voluto dire ciò che il suo cappello, o la sua spilla, o magari la tonalità del suo outfit sembrano comunicare?

Per rispondere alla politica di Trump nei confronti del Canada Carlo III avrebbe mantenuto la componente dell’ambiguità giocando, però, sul numero e sul tipo di messaggi inviati. Inoltre non avrebbe assunto esclusivamente su di sé il ruolo di portavoce dell’opinione della Corona, ma avrebbe preferito delegarlo, in un certo senso, scegliendo il personaggio più in vista e più amato della royal family: Kate Middleton. In questo modo il Re ha ribadito l’unità familiare, ma anche la solidità della monarchia britannica.

Rosso Canada

Il sostegno di Carlo III e di tutta la royal family al Canada sarebbe passato attraverso molteplici segnali. Il primo è l’abito rosso di Catherine Walker con cappello abbinato di Gina Foster indossato dalla principessa Kate durante la cerimonia del Commonwealth Day all'Abbazia di Westminster, lo scorso 10 marzo. Quel colore non sembrerebbe affatto una scelta casuale, come spiega l’Express. Infatti è esattamente la stessa tonalità di rosso che ritroviamo sulla bandiera del Canada.

Nemmeno i fan della principessa su Instagram hanno creduto che potesse trattarsi di una coincidenza e hanno lodato quella che ritengono sia una scelta studiata. Persino l’Alto Commissario canadese Ralph Goodale ha scritto su X: “Sua Altezza Reale la Principessa del Galles non dà adito a dubbi. Durante il Commonwealth Day a Londra ha indossato i colori del Canada…In diplomazia i simboli sono importanti”.

L’esperta reale di Talk Tv Sarah Hewson, intervistata al Sun Royal Exclusive Show, ha paragonato l’abito rosso della principessa ai “fiori gialli e blu che la Regina [Elisabetta] teneva in un grande vaso dietro…Justin Trudeau e che erano un modo intenzionale per dimostrare sostegno all’Ucraina”. L’esperta si riferisce all’incontro tra la defunta monarca e l’allora primo ministro canadese Justin Trudeau al Castello di Windsor, il 7 marzo 2022. L’esperta ha concluso: “Forse questi outfit non sono scelti per caso”.

L’abito, spiega il People, è già stato sfoggiato da Kate nel dicembre 2021 al Concerto di Natale tenutosi all’Abbazia di Westminster e nel novembre 2023 per la visita ufficiale a Londra del presidente della Corea del Sud Yoon Suk Yeol. La futura sovrana ha impreziosito l’abito con i Colligwood Drop Pearl Earrings ricevuti in dono da Lady Diana nel 1981, in occasione del suo matrimonio con Carlo e la collana di perle di Garrard che il governo giapponese donò a Elisabetta II in occasione della sua visita nel 1975.

Questi gioielli sono il simbolo di un’eredità familiare, ma esprimono anche il senso di appartenenza di Kate alla royal family e all’istituzione monarchica, che la principessa si impegna a difendere. Se davvero Carlo III ha organizzato una strategia fatta di segnali indiretti a Trump, la scelta di Kate come ambasciatrice di questi messaggi è stata perfetta, poiché era lei il personaggio più atteso della cerimonia, a cui non prendeva parte dal 2023.

L’acero e la spada

Lo scorso 12 marzo Carlo III ha ricevuto a Buckingham Palace Gregory Peters, l’Usher of the Black Rod del Senato canadese, ovvero un alto ufficiale del Parlamento con funzioni amministrative la cui carica risale a circa 600 anni fa, come spiega il sito del Parlamento del Canada. Inoltre ha dato il benvenuto allo Speaker del Senato canadese Raymonde Gagné.

Nel corso dell’udienza, durata trenta minuti, il Re ha donato a Peters una nuova spada cerimoniale, commissionata per celebrare l’inizio del suo regno. Per la Cbc si sarebbe trattato di “un gesto di solidarietà” dopo le parole di Donald Trump. In ogni caso la spada è spesso considerata un emblema di difesa (e di attacco). Non dimentichiamo, poi, che secondo la consuetudine royal è anche il simbolo della sovranità. Di conseguenza molti hanno interpretato il dono come un invito al Canada a non cedere alle richieste del presidente statunitense.

Inoltre, come riporta l’Independent, lo scorso 11 marzo il sovrano ha piantato nel parco di Buckingham Palace un acero rosso “October Glory”. Ufficialmente Carlo ha scelto il tipo di albero e il punto in cui posizionarlo per celebrare il Queen’s Commonwealth Canopy, ovvero l’iniziativa inaugurata nel 2015 allo scopo di conservare le foreste dei Paesi del Commonwealth e piantarne di nuove come tributo al lungo regno della regina Elisabetta. Fu proprio quest’ultima, sottolinea il sito della Corona, a inaugurare il progetto a Malta, durante il 24° incontro dei capi di Governo del Commonwealth.

Solo che l’acero è il simbolo del Canada e proprio una foglia di questo albero è raffigurata sulla bandiera nazionale (il Canada, ricorda il Sole24Ore, è il maggiore produttore di sciroppo d’acero del mondo e i dazi voluti da Trump potrebbero mettere in crisi anche questo settore). A questo proposito c’è anche un altro dettaglio molto interessante: durante il Commonwealth Day Carlo e Camilla erano seduti su due troni realizzati in Canada per Giorgio VI e impreziositi con delle decorazioni a forma di foglie d’acero, stesso emblema presente anche sugli inginocchiatoi.

Le medaglie e i colloqui privati

L’udienza con l’Usher of the Black Rod e con lo Speaker del Senato è stata la seconda volta in circa due settimane che Carlo III ha ricevuto una delegazione canadese, come sottolinea la Cbc. Il 3 marzo 2025, infatti, Sua Maestà ha incontrato il predecessore di Mark Carney, Justin Trudeau e l’Alto Commissario canadese Ralph Goodale a Sandringham. Un colloquio privato, rivela ancora la Cbc, durante il quale i tre avrebbero discusso del "futuro indipendente” del Canada.

Il giorno successivo, riporta il People, Re Carlo ha visitato la portaerei “HMS Prince of Wales” indossando l’uniforme e le sue medaglie militari canadesi. Un gesto che l’Alta Commissione ha definito “significativo” e in cui l’esperto costituzionale Craig Prescott, citato dalla Cbc, ha visto “un chiaro segnale del fatto che il Re vuole essere visto mentre sostiene l’esercito canadese”.

Non basta: lo scorso 15 febbraio, in occasione del 60° anniversario della bandiera candese, spiega Gb News, il sovrano ha lodato il Canada in un sentito messaggio ufficiale, definendolo “un Paese orgoglioso, resiliente e solidale”. Re Carlo “sta trovando dei modi sottili per dimostrare il suo supporto alla sovranità canadese”, ha dichiarato a Toronto Star, citato da Newsweek, la storica Carolyn Harris. “Ritengo che potremmo vedere ancora in futuro questi gesti raffinati di supporto”.

“Tre indizi fanno una prova”, diceva Agatha Christie. Per quel che riguarda il supporto al Canada dei Windsor ne abbiamo molti di più, talmente tanti e diversi che è difficile credere a semplici coincidenze. Certo, come puntualizza la Harris, Carlo si trova “in una situazione piuttosto delicata, visto che agisce su consiglio del suo primo ministro”.

In questo caso, però, deve riuscire a mantenersi in equilibrio tra “le differenti priorità” del primo ministro canadese e di quello britannico. Il primo, infatti, “è concentrato sulla minaccia alla sovranità”, il secondo “sta tentando di mantenere un rapporto commerciale disteso con gli Stati Uniti”. Per questo la strategia dei messaggi impliciti potrebbe essere vincente: “un modo discreto di dimostrare supporto al Canada senza rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale che possa contraddire il consiglio ricevuto dal primo ministro britannico”.

Lo scrittore Robert Hardman, le cui affermazioni sono state riprese dalla Cbc, è certo che Carlo

non farà mai dichiarazioni pubbliche in merito alla questione canadese "senza istruzioni dal capo del governo…Il modo in cui il Re fa le cose è molto più sfumato. Molto più ai margini”.

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