Non solo Roberto Speranza, e quindi Articolo Uno di Pier Luigi Bersani. In Parlamento e anche al di fuori, Enrico Letta vuole lavorare ad allargare i confini del Partito democratico.
E prendersi anche chi era andato via da tempo, come la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein. Lei, al momento, ha sempre allontanato l’ipotesi, ma all’interno del Pd sono fiduciosi nel completamento dell’operazione, dopo l’addio arrivato nel 2015, quando seguì Pippo Civati nella scissione. Non a caso lei è tra i “saggi” della Agorà, insieme al fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, e all’ex numero uno della Cisl, Annamaria Furlan. Sono loro altri due profili che dal Nazareno vorrebbero portare tra i dem, facendo da calamita ad altri moderati. Il sogno nel cassetto sarebbe Marco Bentivogli, che però è più attratto dalla sirene di Carlo Calenda.
Alla Camera un altro nome spesso accostato ai dem è quello di Erasmo Palazzotto, uscito da Sinistra italiana in dissenso con il leader Nicola Fratoianni per la posizione sul governo Draghi. Il parlamentare attualmente figura come indipendente all’interno del gruppo di Leu alla Camera. “La sinistra oggi deve combattere dentro il Pd”, ha dichiarato nelle scorse settimane, bocciando l’idea di un nuovo partito a sinistra dei dem. Parole che lasciano intendere quale siano le sue intenzioni. Tra i colleghi a Montecitorio, gli uomini di Letta sono fiducioso di assistere a un suo ingresso fin dalle prossime settimane. Anche prima della partita per il Quirinale. Il grimaldello del segretario del Pd per scardinare le divisioni è quello delle Agorà democratiche, che nei giorni scorsi hanno visto l’adesione del ministro della Sanità Speranza insieme alla sua cerchia di fedelissimi, come gli ex deputati Arturo Scotto e Alfredo D’Attorre. Non è passato inosservato che Speranza, assorbito dalla gestione dell’emergenza sanitaria, abbia compiuto la prima vera mossa politica dallo scoppio della pandemia, in direzione Pd. “Letta aveva bisogno di un segnale dall’esterno per rafforzare il progetto delle Agorà, aveva la necessità di dimostrare la sua effettiva apertura”, spiega un deputato del Pd, che ha seguito da vicino la dinamica. Del resto che il dialogo tra Bersani e Letta fosse in corso da mesi è una cosa nota e, come fisiologica conseguenza, anche il delfino bersaniano, Speranza appunto, vanta un filo diretto con il numero uno del Nazareno. Il progetto è quello di un graduale avvicinamento di Articolo Uno al Pd.
Al termine del percorso delle Agorà ecco il grande ritorno, che porterebbe dentro, tra gli altri, l’ex presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, che Pd e Leu al Senato hanno indicato come relatore per la Legge di Bilancio, a conferma di un asse sempre più solido. Scontato anche il rientro dell’attuale capogruppo alla Camera di Leu, Federico Fornaro, e di Nico Stumpo, storico braccio destro di Bersani. Altri nomi meno noti, ma intenzionati a seguire Speranza, sono Federico Conte, deputato eletto in Campania, e Maria Flavia Timbro, subentrata a Guglielmo Epifani dopo la morte dell’ex leader della Cgil. Nella pattuglia rientrano a pieno titolo pure Rina De Lorenzis e Doris Devi, ex del Movimento 5 Stelle che hanno aderito al gruppo di Liberi e uguali convinti proprio dagli uomini di Articolo Uno. Letta corteggia pure gli ambientalisti, che alla Camera sono rappresentati da Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente eletta proprio con Leu salvo poi uscire per formare una componente ecologista, con l’ex ministro Lorenzo Fioramonti.
Tra i saggi delle Agorà c’è infatti Monica Frassoni, per molti anni al comando dei Verdi europei, che potrebbe fare da anello di congiunzione. Al momento Muroni e Frassoni sono al lavoro per un soggetto unitario ambientalista. Ma se la situazione dovesse complicarsi, il segretario dem ha già le braccia spalancate per accoglierle insieme.
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